LA VITA DIFFICILE DEL DECRETO SEMPLIFICAZIONI

LA VITA DIFFICILE DEL DECRETO SEMPLIFICAZIONI

Il decreto semplificazioni avrebbe dovuto essere semplicemente un Dispositivo atto all’eliminazione della troppa burocrazia a vantaggio dei cittadini e delle imprese, ma il suo percorso al Senato lo ha fatto divenire un testo comprensivo di altre Misure e Dispositivi.Da indiscrezioni di corridoio, ieri in mattina dal Colle sarebbe arrivata pressione per stralciare diverse misure incongrue. Mattarella ha apposto la firma sul decreto prima della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ma ha anche l’incarico di emanare il disegno di legge di conversione nel momento in cui i due rami del Parlamento lo avranno approvato.Il Provvedimento omnibus arrivato in aula del Senato ieri, è pieno di norme, microinterventi e provvidenze. Alla nascita conteneva una decina di articoli è poi lievitato durante l’esame di Commissione ammassando 61 pagine di emendamenti già approvati e inseriti nel testo presentato in aula. Richiesto da parte delle opposizioni l’intervento del Presidente della Repubblica e della Casellati. Le proteste echeggiavano per tutta l’aula, perchè le opposizioni denunciavano l’incostituzionalità del decreto omnibus. Il presidente del Senato Elisabetta Casellati ha ritenuto inammissibili 62 emendamenti sugli 85 votati dalle commissioni del Senato. Restano le norme sulle trivelle, quelle sull’Ires agevolato, sul no profit che cancellano la “tassa sulla bonta” e quelle sulle concessioni idroelettriche. Saltano invece quelle sulla web tax e sulla proroga dello stop alle tasse per i cittadini e per le aziende colpiti dal crollo del ponte Morandi a Genova. Il senatore del Pd Luigi Zanda ha dichiarato che il testo approvato in Commissione mette in evidenza la noncuranza del Governo di fronte ai richiami del Presidente, né tiene conto delle cariche istituzionali e nemmeno delle sentenze della Corte. Inoltre ha aggiunto a quanto pubblicato da Repubblica ieri mattina che: “un quotidiano riferisce che dai dieci articoli iniziali il testo del decreto è arrivato a 61 pagine di emendamenti. Il governo pensa di sostituire la democrazia parlamentare con una democrazia che chiamano diretta e che di democratico non ha nulla”. Ma anche lo stesso Governo discute dei vari emendamenti presentati dalle Commissioni Lavori pubblici e Affari Costituzionali. E’ dal 17 gennaio che sono inziati gli scontri tra Lega e M5s. Le molteplici questioni tra cui quella relativa alle trivelle poi risolta trovando la quadra. E’ stata posta la questione di fiducia per il dl, che a breve, avrà l’approvazione definitiva il 12 febbraio. La Casellati ieri ha ritenuto ammissibili degli emendamenti e oggi si vota sulle varie questioni.Ci sarà il registro elettronico della tracciabilità dei rifiuti delle aziende, l’etichetta obbligatoria con l’origine degli alimenti per tutti i prodotti alimentari. Inoltre, la casa pignorata che resta al debitore fino al decreto di trasferimento, introdotto anche un fondo di 10 milioni di euro per le famiglie delle vittime della tragedia di Rigopiano. E ancora, la proroga del prestito ponte per Alitalia e fondo per le Pmi.Stasera, martedì 29 gennaio, è prevista la votazione finale del decreto e la prossima settimana arriverà all’esame della Camera.Mentre tra gli emendamenti giudicati inammissibili è finito anche quello che prorogava al 2 dicembre 2019 lo stop di imposte e contributi per i genovesi coinvolti nel crollo del Ponte Morandi. Il ministro dei trasporti Danilo Toninelli ha promesso che “la norma del decreto Semplificazioni, stralciata non per volontà dell’esecutivo, sarà ripresentata nel primo provvedimento utile”.