QUELLA DI SALVINI CONTRO SAVIANO È “INTIMIDAZIONE”

Una minaccia che si ripete, quella di togliere la scorta a figure impegnate da sempre alla guerra contro le mafie, torna a coinvolgere Roberto Saviano, uno degli uomini che più hanno fatto per combatterle.Ad ipotizzarla non un semplice politico, non un segretario di partito, ma addirittura un ministro della Repubblica, il responsabile dell’integrità del Paese, colui che ha in mano la gestione della legalità e delle forze dell’ordine.Motivazioni pretestuose lo inducono ancora ad arrogarsi un diritto non suo, quello di voler legiferare d’imperio sull’assegnazione delle scorte anche a persone che da sempre vivono sotto la continua minaccia delle mafie. E se dal Paese si alzano poche voci contro quella che pare più una guerra santa personale di Salvini contro un giornalista, uno scrittore, ecco levarsi quelle del Consiglio d’Europa.L’ultima dichiarazione di Matteo Salvini – sul possibile ritiro della protezione al giornalista e scrittore – è stata considerata una “intimidazione” e aggiunta ai casi di allerta pubblicati sulla piattaforma per la tutela dei giornalisti. L’episodio è stato classificato dal Consiglio d’Europa come “intimidazione attribuibile allo Stato” e inserito tra quelli di massima pericolosità per l’incolumità dei cronisti.Un atto gravissimo che lascia increduli, che pare figlio di una ideologia figlia del sospetto, della congiura.“Un bacione a Saviano. Sto lavorando anche a una revisione dei criteri per le scorte che impegnano ogni giorno 2mila uomini”, aveva infatti detto Salvini su facebook senza alcun timore di essere smentitoIl fatto non è nuovo perché già in altre occasioni Salvini non aveva mandato a dir dietro dell’annosa questione dimenticando forse ch’è potrebbe essere davvero lui l’uomo più scortato del Paese.Comunque non è la prima volta che Salvini minaccia Saviano di togliergli la scorta. Nel 2017 – prima ancora delle elezioni politiche – aveva già dichiarato di voler “valutare se ci fosse qualche rischio che giustificasse le misure di sicurezza per Saviano, per capire dove andava a finire il denaro degli italiani”. Un nuovo attacco era arrivato anche nel giugno del 2018, quando Salvini era già ministro: “Valutiamo se gli serve la scorta”. Nella polemica legata a quelle parole, lo scrittore aveva definito Salvini “ministro della Mala Vita”, evocando Giolitti. Per quelle parole il leader della Lega aveva querelato Saviano, su carta intestata del ministero dell’Interno.Dietro l’angolo c’è la Russia di Putin, aveva replicato Saviano. Nella foto che aveva fatto il giro del mondo, l’immagine di una città della Toscana, Campi Bisenzio, letteralmente invasa da decine di uomini delle forze dell’ordine impegnati a far di scorta a Salvini