ALESSANDRO BORGHI, SEMPLICEMENTE UN GRANDE ATTORE PER UN GRANDE FILM

Io prima che critico cinematografico sono (stato) uno spettatore. Per questo non sento il pudore della gioia quasi orgasmica che ti viene quando sei felice all’uscita di una sala, quando ti scopri a stringere i pugni per le emozioni che provi di fronte allo schermo, quando hai una voglia matta di parlare con qualcuno del film che hai appena visto.Ecco, sono stato fortunato. Perché ieri è uscito Il primo re diMatteo Rovere(uno che da anni prova a cambiare i connotati al cinema italiano, come regista ma anche come produttore, spaziando da Smetto quando voglio allo splendido Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio), con quel fenomeno diAlessandro Borghi, che ricorda i grandi attori anni ’70, un po’ quelli italiani e molto quelli della New Hollywood. Non è un film diverso solo per il budget, per l’impostazione tecnica e spettacolare. No, lo è per l’ambizione artistica, per la fotografia di Ciprì che come l’interpretazione di Remo del buon Borghi non meritano il David, ma l’Oscar. Per il nucleo narrativo ed emotivo fondato sulla fratellanza, su una lotta rabbiosa con Dio, sull’affrontare un mito fondativo non solo nostro, ma dell’Occidente. Per la lingua usata, per quella prima scena da urlo. Per il cast, non di firme ma di talenti.È uscito ieri.La prossima settimana, il 7, invece arriva The Mule, il nuovo capolavoro di Clint Eastwood. Un’opera che andrebbe recensita con pagine e pagine per i metatesti anche personali, per la potenza politica (i due controlli della polizia sono eversivi nella loro feroce ironia), per la forza dell’umanità di questo Earl a cui critica e Academy rimproverano di essere il vero americano, nel bene e nel male. Clint dirige con la sua epica lineare e granitica, ma recita ancora meglio. L’uso del suo viso, dei suoi movimenti, dell’ironia tagliata su un uomo sbagliato che fa sempre le cose sbagliate nel modo giusto e viceversa, è brillante così come un cast fantastico e umilmente al suo servizio. La scrittura antiretorica e come al solito perfetta vi strapperà il cuore e subito dopo vi farà scoppiare a ridere.Il cinema è meraviglioso e merita di trovarci sempre senza barriere, senza snobismi, senza pudori. Remo e Earl sono quei personaggi che poteva fare solo Volontè, Il primo re e The Mule sono un cinema che non ha paura, filtri, furbe prudenze. Parlano al pubblico senza blandirlo. E non hanno rimpianti.