ARIANNA ERRIGO LA SCHERMITRICE CHE LOTTA PER LA LIBERTA’ DI TIRARE DI FIORETTO E SCIABOLA
La vicenda è molto semplice. Elementare. C’è un’atletache ama il suosporte il suolavoro, e che vorrebbe raddoppiare i suoi impegni: tirare sia difiorettosia disciabola. Dall’altro lato, c’è unaFederazioneche invece non gradisce questo progetto. Che giudica lo sdoppiamento propedeutico a un indebolimento in entrambe le discipline. E da mesi le ha posto un aut aut: o il fioretto o la sciabola. Lei,Arianna Errigo, non vuole saperne. Tira sulla pedana e tira dritto nella vita. Domenica giorni, sulla sua bacheca Facebook, ha scritto:“Peccato, speravo che l’incontro con il presidenteGiorgio Scarso andasse meglio visto anche le dichiarazioni fatte nella lettera inviatami il 29 ottobre 2018. Sebbene i risultati e il regolamento mi diano ragione, ancora oggi mi viene richiesto di scegliere.Io ho sceltofiorettoesciabola. Confido in lui visto che a breve mi ha promesso di farmi partecipare ad una riunione del consiglio federale anche per chiarire e capire le vere motivazioni di questo assurdo atteggiamento”. È decisamente il caso politico più interessante dello sport italiano. Arianna Errigo è un talento puro della nostra scherma. Per alcuni, con qualche ragione, un talento che si è in parte perduto. L’Italia si accorse di lei alle Olimpiadi di Londra 2012 quando nella semifinale di fioretto individuale eliminò il monumentoValentina Vezzali. Col suo stile aggressivo, votato all’attacco, era ed è praticamente impossibile non innamorarsi dell’atleta nata aMonza. Allora aveva 24 anni. In finale stava dominando la rivaleElisa Di Francisca; poi, però, qualcosa si inceppò e lei mise al collo soltanto lamedaglia d’argento. Peggio andò quattro anni dopo, alleOlimpiadi di Rio, quando da grande favorita venne precocemente eliminata nel fioretto individuale. È difficile andare alle origini di questo scontro. Le ragioni, sulla carta, sarebbero dalla parte diArianna. Nella scherma non c’è alcun ostacolo alla partecipazione in due armi diverse. Ci sono precedenti illustri nella scherma italiana: daEdoardo Mangiarottiche ha vinto con spada e fioretto, aNedo Nadiche nella lontanissima Olimpiade del 1920 vinse cinque medaglie d’oro in tre armi diverse: fioretto, spada, sciabola. Altri tempi, potrebbe obiettare qualcuno. Non mancano coloro i quali fanno notare che negli ultimi anni il rendimento di Errigo è calato: è da tanto che manca una sua vittoria individuale. Come se la doppia disciplina avesse finito realmente per indebolirla. Lei ribatte che è tra le prime quattro sia nella sciabola che nel fioretto. La mancanza di risultati è una delle ragioni della Federazione. Ma lo scontro, a questo punto e a questo livello, è diventato una battaglia di principio. Che vive e ha vissuto momenti di alta tensione, come quando la Federazione non la autorizzò a partecipare alla tappa di sciabola a Baltimora, oppure quando Arianna saltò ilGrand Prix di fioretto di Anaheimper partecipare a un torneo di sciabola diAtene. Il ct della sciabola tace, parla con i fatti: ha recentemente convocato Errigo nellasquadra nazionale. Il collega del fioretto, invece, sembra gradire meno il doppio impegno. A questo punto, e da un bel po’, la logica si è ritirata. È e sarà soltanto una prova di forza. In cui il più debole rischia di essere stritolato. E il più debole tra la federazione e l’atleta, sia pure un’atleta che combatte come una leonessa, è facile intuire chi possa essere.
