IL DIVO? RIVEDENDOLO, NON E’ UN FILM COSI’ RIUSCITO

IL DIVO? RIVEDENDOLO, NON E’ UN FILM COSI’ RIUSCITO

È passato ieri sera su Raitre “Il Divo” di Paolo Sorrentino. Quando uscì, nel 2008, mi parve interessante, a suo modo riuscito,per nulla “una mascalzonata” (fu questo, se ricordo bene, il primo commento del vero Andreotti, poi addolcito). Rivisto oggi, invece, mi sembra custodire in nuce tutti i difetti di “The Young Pope” e di “Loro” (1 e 2). Una regia effettata che procede per gag e trovate spesso scollegate l’una dall’altra; un tono sornione in linea con la natura un po’ misteriosa e sulfurea del personaggio; l’uso scaltro delle battute pungenti, di conio aforistico; un tappeto musicale estroso che tutto copre e commenta, spesso per antifrasi. Esempio. Nel candidarsi alla presidenza della Repubblica, il divo Andreotti scandisce: “So di essere di media statura, ma non vedo giganti intorno a me”, e subito via le note di “La prima cosa bella”. Tra l’altro, almeno nelle prime sequenze del film, l’Andreotti di Servillo è tale e quale, anche per intonazione di voce, a quello che Oreste Lionello incarnò a lungo per il Bagaglino. Però restano belli, bisogna riconoscerlo, i due ragionati e fantasiosi dialoghi con Scalfari-Bosetti e con Cossiga-Biondi.