L’ENNESIMA RISALITA DI “SUA INCOSTANZA” FABIO FOGNINI
Ed eccoci qua: un’altra primavera è arrivata, anche se per ora a livello atmosferico la si sente così così, e noi come ogni anno siamo a scrivere di Fabio Fognini, in arte “Il Fogna”. Soprannome oggettivamente non proprio stupendo ma che lui stesso è il primo ad usare, e quindi sdoganato abbondantemente. Anzi adesso è diventato “Fogna2”, come ha scritto col pennarello sul vetro della telecamera al termine di ogni partita vinta a Montecarlo, aggiungendo anche un “ahahahah” che non si sa se stia per: “Sì, sono cambiato, non ci credevate eh? E invece sì, e ora me la rido alla faccia vostra!” o, più probabilmente a nostro parere: “Adesso scriverete per la centesima volta che sono cambiato, lo so. Ma mica ci crederete davvero eh?!”. Ecco, uno di quei fessi che, ad intervalli regolari, ha messo sul web un’ipotesi del genere, che il Fogna fosse maturato, lo state appunto leggendo in questo momento. Ed ogni volta lo ha fatto con convinzione, pensando che prima o poi braccio (fantastico) e testa (meno fantastica) trovassero finalmente un punto d’incontro a metà strada, permettendogli, se non proprio di fare sfracelli ed arrivare tra i primi cinque del mondo, quantomeno di smetterla di gettare le perle ai porci. E invece ogni volta tac: dopo le speranze il disastro! Con relativa voglia di dare alle fiamme ogni parola scritta in proposito, cosa possibile una volta ma adesso negata ingiustamente dal progresso tecnologico. Esempio pratico: fine primavera 2017, a Roma Fognini fa fuori il numero uno del mondo Murray, poi perde male ma giocando bene sia a Parigi che a Wimbledon, e vince il torneo a Gstaad, e noi scriviamo: “E ora? Intanto c’è stato l’ennesimo rientro tra i primi trenta della classifica, poi da domani si va a Kitzbuhel dove è testa di serie numero 2 e, ad occhio, il tabellone non sembra terribile: con quindi la concreta possibilità di fare un’altra bella raccolta di punti, per poi presentarsi tirato a lucido per la “campagna americana” che porterà allo Us Open. Torneo tanto caro alla mogliettina, Flavia Pennetta, che sicuramente non mancherà di far notare al consorte come non sia il caso di farle fare figuracce là dove è tanto amata”. Ecco, quando si dice parole profetiche…. Infatti cosa fa il simpatico Fogna a New York? Va fuori al primo turno dal non irresistibile connazionale Travaglia (e va beh) ma in più dà “spettacolo” con una giudice di linea, apostrofandola più e più volte usando il nome di una famosa città dei testi classici greci (non Atene, non Sparta, l’altra…) con conseguente espulsione, con disdoro, anche dal torneo di doppio. Ecco fatto, quindi adesso capirete perché il commento più sensato per quanto avvenuto nell’ultima settimana sarebbe: “Un ottimo Fognini vince, a grande sorpresa, il torneo Master 1000 di Montecarlo. Lo fa giocando molto bene. Si attendono i successivi tornei per vedere se si è trattato di botta di c..o”. No beh, così forse è troppo. Però obbligatorio tenersi asciutti. Il risultato è francamente roboante e su questo non ci piove, da quando esistono i Master 1000 nessun italiano aveva mai alzato il trofeo di uno di questi tornei. Però poi se uno pensa al primo turno dove, contro il russo Rublev, si era trovato sotto di un set e 1-4 nel secondo con l’altro che aveva avuto cinque palle del 1-5, è chiaro che l’impresa prende i contorni di una favola da raccontare ai nipotini davanti al caminetto nelle notti d’inverno. Ma questo non per sminuire, solo per essere misurati come esperienza insegna. Poi comunque. pur usufruendo nel turno successivo del ritiro di Simon (sua tradizionale “bestia nera”), da lì in poi Fabio ha giocato veramente benissimo: ha battuto Zeverev e Nadal, non esattamente pizza e fichi, e in molti momenti ha deliziato, nel vero senso della parola. Come ha detto giustamente Nicola Pietrangeli, monumento vivente del nostro tennis, intervistato al termine del torneo: “Fabio è l’anello di congiunzione tra noi, i tennisti di classe e di tocco di una volta, e quelli di adesso”. Accompagnando questa ultima definizione con una leggera, ma chiara, espressione di disgusto. Ed è vero: Fognini non ha il fisico da bombardiere che serve a trecento all’ora, e non è nemmeno un maratoneta pronto a morire, rincorrendo la palla cinque metri fuori dalla linea di fondo. Lui è “semplicemente” uno veramente molto bravo a giocare a tennis, che poi alla fine dovrebbe essere la cosa più importante ma ora come ora non lo è, perché per vincere serve una volontà terribile, cieca, sconsiderata. In questa settimana Fabio l’ha avuta. Se sia stato merito del “parterre de roi” che aveva nel suo angolo in ogni partita (Barazzutti, Pennetta, Schiavone: un florilegio di titoli Slam, Coppe Davis, Fed Cup, così tanto per dire), o del tifo da stadio che lo accompagnava ad ogni incontro, vista la vicinanza della natia Arma di Taggia, o magari del vento, teso e costante che ha segnato questa edizione del torneo di Montecarlo, e che stranamente non lo ha innervosito come succede a tutti i tennisti normali ma lo ha anzi calmato, non si sa e non lo potremo mai sapere. Forse un mix di tutte queste cose che ha prodotto, magicamente diremmo, “il cocktail” ideale. E quale posto migliore per gustarsi un ottimo drink se non la terrazza del Country Club di Montecarlo. Sì, certo non proprio tutti possono permetterselo un Cuba Libre o un Moscow Mule in quel contesto, ed è probabile che molti “ultras” abbiano aspettato di essere rientrati nei patri confini per brindare. Però era, ed è, giusto festeggiare se si è amanti del tennis e si sono passati anni ed anni ad aspettare qualche gioia dal nostro comparto maschile. Adesso alle spalle di Fabio infatti si vede finalmente una pattuglia di ottimi prospetti. Dal già sbocciato Cecchinato, ai caldissimi Sonego e Berrettini, fino magari all’atteso (e per ora non arrivato) Quinzi. Insomma di speranze per Roma e Parigi adesso ce ne sono. Ma non chiedeteci del vincitore di Montecarlo, non abbiamo intenzione di immaginare come si svilupperà la stagione e la futura carriera di quel pur ottimo tennista. Anzi, consiglio non richiesto: se qualcuno sapendo della vostra passione per il tennis dovesse chiedervi un pronostico su un suo incontro l’unica risposta sensata dovrà essere: “Ma Fognini chi?”.
