VIOLENZA E INDIFFERENZA. GIUSEPPE, 7 ANNI, UCCISO A CARDITO

DI CLAUDIA SABA“È sempre stato un bravo ragazzo”.Così commentano i vicini di casa di Tony Sessoubti Badre, il compagno di Valentina Caso che sabato ha ucciso con il manico di una scopa Giuseppe, il figlio di 7 anni della compagna, in una casa in via Marconi a Cardito, in provincia di Napoli.Sono sempre bravi ragazzi gli uomini che all’improvviso uccidono donne e bambini.Domenica la sorella di Giuseppe, Noemi, è stata sentita dalla polizia.La bimba, di soli 8 anni, picchiata anche lei dal patrigno si trova adesso all’ospedale con il volto tumefatto.Un gesto assurdo che secondo gli inquirenti sarebbe esplosoper le attenzioni che la compagna rivolgeva in maniera più evidente verso i due figli, nati da una precedente relazione, rispetto alla figlia di entrambi, una bambina di 4 anni.Lei infatti, non sarebbe stata picchiata.Ma ecco che tutti sono già pronti a sbranare la vittima piuttosto che l’assassino.Ecco che subito si fa strada il giudizio nel “pregiudizio”, da sempre rivolto verso le donne.E così è lei quella che non ha ben valutato l’uomo che si era messo in casa, è lei la donna di facili costumi che pensa alle sue “voglie” piuttosto che ai suoi figli.Già, le donne-mamme devono abbandonare ben presto l’idea di essere anche persone, diventare solo genitori e mettere da parte, a 30 anni, l’idea di poter desiderare ancora un uomo e una famiglia.Eppure anche Papa Francesco nella conferenza stampa con i giornalisti sul volo da Panama a Roma ribadisce che: “Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare”.Ma è sempre questo il dilemma seguito poi da mille sensi di colpa, con cui ogni donna deve imparare a convivere sin da quando concepisce un bambino.E quando incontra la violenza, privata di ogni difesa, quei sensi di colpa si fanno ancora più pesanti, la donna crolla e precipita in un vortice da cui non riesce più ad uscire.La violenza mina profondamentel’animo delle donne.La violenza distrugge, soffoca l’integrità psicologica e rende la persona fragile, incapace di ribellarsi.Sul profilo social dell’assassino si legge: ”Vivi la vita come se fosse l’ultimo giorno” e il viso che ostenta nella sua pagina Facebook non lascia trasparire nulla della violenza di cui è stato capace.Come hanno potuto le amiche della coppia, non denunciare la violenza consumata tra le mura di quella casa?Eppure sono le stesse amiche che adesso fanno a gara a dire la loro, a giudicare, a condannare la coppia davanti ai microfoni! Il violento è violento sempre.E questo assassino aveva già precedenti penali.Com’è possibile che nessun insegnante si fosse accorto dei tanti orrori vissuti da quei bambini che andavano avanti chissà da quanto tempo.Dov’erano i vicini di casa, la famiglia di lei e perché non sono mai intervenuti?I servizi sociali erano stati informati?Il piccolo Giuseppe è morto anche per l’indifferenza, uno dei mali peggiori che accompagna il nostro tempo.Omertà, ancora omertà e tanta ipocrisia di chi parla senza nulla conoscere della violenza e di ciò che si nasconde dietro le storie di chi la vive ogni giorno.