ALDE, MACRON E LA GRAN BRETAGNA – I SONDAGGI EUROPEI AL 15 MARZO

ALDE, MACRON E LA GRAN BRETAGNA – I SONDAGGI EUROPEI AL 15 MARZO

Macron farà nascere il nuovo gruppo con l’ALDE? I britannici voteranno alle Europee? I sondaggi e gli scenari del 15 marzo. Mancano 2 mesi alle elezioni europee e l’atteso armageddon populista sembra più un miraggio che realtà. Per dimostrarlo, continua la seria Road to Europe, l’aggiornamento dei sondaggi elettorali per i paesi europei considerati “sensibili”. Tre le notizie della settimana: il caso dei finanziamenti di Bayer-Monsanto ad ALDE contestati da La Republique En Marche di Macron; la possibile espulsione di Orban dal PPE e la possibile partecipazione del Regno Unito alle prossimi elezioni. Legenda_PPE=popolari; S&D=socialisti e democratici; ALDE=liberaldemocratici; EELV=verdi; EUL/NGL=sinistra; ENF=Europa delle Nazioni; ECR=Conservatori; EFDD=Democrazia Diretta. Se mercoledì 20 marzo, i Comuni bocciassero, per la terza volta, l’accordo di Theresa May per la Brexit, il Regno Unito dovrebbe chiedere la proroga dell’Art. 50 del Trattato di Lisbona per intavolare nuovi negoziati o permettere a Londra di preparare scenari alternativi. Se laproroga dovesse superare il 1 luglio, la Gran Bretagna potrebbe ritrovarsi a dover votare per le elezioni europee del 23/26 maggio. L’ennesimo paradosso della Brexit, ma non l’unico. Il dato nazionale ne riporta un altro: l’incapacità del Labour – probabilmente per l’incapacità di abbracciare concretamente l’idea di un secondo referendum – di Jeremy Corbyn di superare i Tories di una Theresa May in crisi. Gran Bretagna– attuali sondaggi per House of Commons In Francia si consolida il vantaggio di Macron su Le Pen (RN) in quello che è, ormai, un trend consolidato degli ultimi 2 mesi. La presenza di DLF e la ripresa dei Repubblicani, sta facendo male al nuovo corso – meno estremista – di RN, il quale partito perderebbe 4 seggi rispetto alle elezioni – trionfali – del 2014. Nel frattempo continuano le trattative per la creazione di un nuovo gruppo parlamentare attorno a LREM. Questo dovrebbe coinvolgere anche l’ALDE nonostante la battuta d’arresto dovuta ai finanziamenti ricevuti da alcuni partiti dell’alleanza da parte delcolosso chimico Bayer-Monsanto, produttori del Glifosato. “Nessuno dei nostri europarlamentari siederà mai insieme a partiti o gruppi che tollerano certe fonti di finanziamento”, hanno dichiarato i vertici di LREM. Immediata la risposta dei vertici ALDE che sottolineano come sia in corso un dibattito sulla auto-regolamentazione dei finanziamenti ai partiti dell’alleanza. Intanto LREM continua a tessere alleanze extra-ALDE, come dimostrano i contatti con i socialdemocratici e i liberali svedesi. Francia– 79 seggi (datiIfop-Fiducial, 12-15 marzo) LREM (Indipendente/ALDE?): 23 seggi (23,5%) + 23 RM (ENF): 20 seggi (21%) – 4 Repubblicani (PPE): 13 seggi (13.5%) – 7 Verdi (EELV): 8 seggi (8.5%) + 2 FI (EUL/NGL): 6 seggi (7%) + 2 Debout la France (ECR): 4 seggi (5%) + 4 Socialisti (S&D): 5 seggi (6%) – 8 Rispetto ai sondaggi della settimana scorsa, la CDU/CSU avrebbe recuperato tutti i voti persi negli ultimi 5 anni consolidando la propria presenza nel Parlamento Europeo. Stabili i Verdi, risale, anche se di poco, la SPD. Si restringe il consenso di AfD, forse per effetto della nuova direzione più conservatrice dellanuova CDU di Annegret Kramp-Karrembauerche in settimana ha risposto al documento per la riforma dell’Europa di Macron profilando la costituzione – accanto all’apertura, timida, sull’unione bancaria – di un Consiglio di Sicurezza Europeo, ma, sostanzialmente, preferendo lo status quo istituzionale alle riforme politiche francesi. Germania– 96 seggi (datiForschungsgruppe Wahlen/ZDF. 15 marzo) CDU/CSU (PPE): 34 seggi (35) +-0 Verdi (EELV): 17 seggi (18) + 4 SPD (S&D): 17 seggi (18%) – 10 AfD (EFDD): 9 seggi (9%) + 2 FDP (ALDE): 7 seggi (7%) + 3 Die Linke (EUL/NGL): 6 seggi (6%) – 2 In settimana arriverà l’attesa decisione del PPE sul destino di Fidesz all’interno. Rispondendo alle pressioni dei vertici del partito europeo, Orban ha pubblicamente chiesto scusa per la campagna anti-Juncker in cui si sosteneva che l’arrivo dei migranti fosse una manovra di Soros e Juncker per indebolire l’animo ungherese. Insettimana, però, Orban ha lanciato un altro attacco alla UE durante una visita di Stato in Polonia. Secondo il premier ungherese, la UE starebbe “attaccando il Centro Europa, la Polonia e l’Ungheria”. A questo, gli risponde il polacco Mateusz Morawiecki, si oppone “lo stretto legame ungaro-polacco”. Sembra sempre più certo che, in caso di uscita dal PPE, Fidesz possa approdare in ECR anche se rimane un caveat: i polacchi vedono i russi come pericolo per la sicurezza interna, mentre Budapest si è, recentemente, avvicinata, e molto, al Cremlino. Fidesz & Partito Popolare Cristiano Democratico (PPE): 14 seggi (52.96%) + 2 Jobbik (Indipendente): 3 seggi (13,52%) – Socialisti (S&D): 3 seggi (11,58%) – Democratici (S&D): 1 seggi (6,02%) – PiS (ECR): 25 seggi (40,27%) + 6 PO (PPE): 14 seggi (24,08%) – 6 Wiosna (nuovo): 6 seggi (11,03%): + 6 Kukiz’15 (alleato Movimento 5 Stelle): 4 seggi (6,9%) + 4 Domenica 17 marzo, a poco più di due mesi dalle Europee, la Slovacchia eleggerà il suo nuovo presidente. Si tratta di una corsa a due fra il candidato dello SMER – il partito di governo del premier Robert Fico – Maroš Šefčovič, attuale commissario europeo per l’energia, e la candidata progressista di PS Zuzana Čaputová, appoggiata da un fronte molto ampio che comprende anche i conservatori di OL’aNO e SaS. Čaputová,liberal-progressista, ambientalista e convinta europeista sarebbe la favorita al secondo turno. Curiosa la situazione in Repubblica Ceca. Ano, il partito del premier Andrej Babiš raffora i propri voti, come i Pirati a fronte della debacle totale dei partiti tradizionali (CSSD e KDU-CSL). ANO, pur facendo parte dell’ALDE, si può descrivere come un partito popolar-populista dalle posizioni Euro-opportuniste a cui si oppone il partito Pirata ceco, liberal-libertario e pro-europeista parte di EELV. Un nuovo bipolarismo che sta andando a soppiantare quello, classico, popolar-socialdemocratico. In generale, Repubblica Ceca e Slovacchia, manifestano un atteggimento meno ribelle di quello ungherese e polacco nei confronti dell’Unione Europea con la Slovacchia che, con Čaputová, potrebbe segnare la prima grande frattura nel blocco. Smer-SD (S&D): 3 seggi (21.7%) – 1 SaS (ECR): 2 Seggi (12.2%) + 2 L’SNS (indipendente): 2 seggi (10.6%) + 2 Sme Rodina (nuovo): 2 seggi (9.9%) + 2 OL’aNO (ECR): 1 seggio (8.9%) + 1 PS-Spolu (ALDE): 1 seggio (8,8%) + 1 SNS (EFDD): 1 seggio (7.7%)  + 1 KDH (PPE): 1 seggio (6.4%) – 3 MOST-HID (PPE): 1 seggio (5.6%) – 1 ANO (ALDE): 9 seggi (32.2%) + 5 Pirati (EELV): 4 seggi (14,8%) + 4 ODS (ECR): 3 seggi (13.9%) + 1 KSCM (EUL/NGL): 2 seggi (7%) – 2 CSSD (S&D): 1 seggio (7%) – 3 SPD (ENF): 1 seggio (6.8%) -+ 1 KDU-CSL: 1 seggio (5.6%) – 6 Stabile il voto italiano, che vede la Lega prima seguita dal MoVimento 5 Stelle. In crescita anceh il PD del nuovo segratario Zingaretti. Per quanto riguarda l’Europa non è ancora chiaro quale sia il destino dei tre partiti principali. Il MoVimento 5 Stelle sembra intenzionato a costruire un proprio gruppo alternativo a ENF e EFDD, mentre la Lega, pur facendo parte di ENF, sembra alla ricerca di un accordo con Orban e la Polonia (con cui vale la stessa obiezione, ovvero le posizioni filorusse di Salvini rispetto alla diffidenza – per usare un eufemismo – dei polacchi nei confronti del Cremlino). Dubbia anche la posizione del PD. Zingaretti seguirà la svolta a Sinistra rimanendo ancorato al PSE, componente di S&D, o guarderà, come voleva Renzi, anche a Macron? Lega (EFN): 26 seggi (30,6%) + 21 M5s (EFDD): 19 seggi (23,8%) + 2 PD (S&D): 17 seggi (19,9%) – 14 FI (PPE): 9 seggi (9,8%) – 8 FdI (ECR): 4 seggi (4,9) + 4 TOTALE– 705 seggi (datiEuropean Elections Stats, 15 marzo) PPE: 183 seggi, – 36 (PPE – Fidesz = 171 seggi, – 48) ALDE: 73 seggi, + 6 (ALDE + LREM = 94 seggi, + 27) Secondo i sondaggi il blocco moderato – PPE, S&D, EELV e altri (Macron) – conterebbe su 483 seggi. Il blocco euroscettico di sinistra arriverebbe a 52 seggi, mentre gli euroscettici populisti si attesterebbero fra i 130 (ENF+EFDD) e i 170 (ENF+EFDD+ECR). Un alleanza PPE-S&D-ALDE-Macron vale 411 seggi, ovvero, avrebbe la maggioranza per eleggere il Presidente della Commissione europea.