AUTONOMIA REGIONALE O TUTTI A CASA, COMPRESO SALVINI. ZAIA GIOCA TUTTO SU SECESSIONE

AUTONOMIA REGIONALE O TUTTI A CASA, COMPRESO SALVINI. ZAIA GIOCA TUTTO SU SECESSIONE

Forte della vittoria elettorale intascata la Lega che triplica i suoi voti, batte di nuovo cassa al governo nazionale giallo verde. E lo fa con l’argomento che maggiormente le sta a cuore. Non erano, infatti, scemate le bollicine dentro il flute per brindare al successo in Basilicata, che Salvini e Zaia, governatore del Veneto, riparlavano di ” autonomia rinforzata” meglio conosciuta come ” regionalismo differenziato”. Anzi a parlarne era proprio Zaia. A Treviso insieme al Leader del Carroccio hanno aspettato gli esiti delle elezioni in Basilicata. Appena i risultati sono stati certi, ringalluzzito dagli esiti ha marcato stretto Salvini e ha ribadito che non si può più tergiversare sulla questione delle Autonomie o, per dirla più prosaicamente sulla ” secessione mascherata”. Incalza il governatore del Veneto, lo fa per amor di bandiera sicuramente ma agli addetti ai lavori non sfuggono certi passaggi che fanno intravedere una lotta al vertice all’interno della Lega. Ambizioni che potrebbero definirsi personali atte a rosicchiare la credibilità del ” capitano” facendolo percepire come lontano, ormai, dalle politiche del Nord. Zaia ieri a Treviso avrebbe dichiarato in merito alla questione dell’autonomia rafforzata del Veneto e di Lombardia ed Emilia-Romagna: ” Andiamo avanti, il tre aprile ci sarà un’ulteriore audizione al senato. Se si firma e ci danno l’automonia bene, sennò a casa tutti” (cfr.Repubblica) Affermazioni che paiono come una sorta di avvertimento. Un out out al segretario del suo partito che ci tiene, invece, ad affermare che l ‘alleanza giallo_ verde non è scalfita ed è l’unica possibile per far procedere bene il paese sul piano delle riforme. In realtà Zaia con le sue affermazioni perentorie , anche queste populiste( avendo avuto un ottimo magister) , tenderebbe a mettere in difficoltà Salvini per poterne magari scalzare la figura e, chissà, spodestarlo dal cuore della Lega. Il governatore del Veneto ha alzato il tiro delle sue richieste in tema di autonomia molte delle quali incentrate sul superamento del concetto della “spesa storica” da sostituire con il calcolo dei LEP, Livelli Essenziali delle Prestazioni, secondo un non ben definibile algoritmo. L’autonomia differenziata richiesta su ben 23 materie ove è prevista costituzionalmente ad oggi la legiferazione concorrente Stato/Regione mette in discussione le “norme generali dell’Istruzione” e della “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti sociali e civili” I livelli essenziali delle prestazioni, quando nel 2001 venne dato dai governi di centro sinistra il via libera alla modifica del titolo V della Costituzione, anzi al suo scempio,devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale perché fondati sui princìpi inviolabili sanciti dalla Costituzione. Il rinvio delle scorse settimane sul recepimento in commissione della bozza di intesa per l’autonomia tra regioni e governo da sottoporre al voto e non al vaglio del Parlamento aveva fatto tirare un sospiro di sollievo in tutti coloro, analisti, esperti costituzionalisti, che vedono nella problematica un pericolo per la tenuta dello stato sociale. Il ruolo del Parlamento, infatti, nella procedura cosiddetta rinforzata, è di mero recepitore, un notaio atto a ratificare quanto già in altra sede stabilito. Esperti costituzionalisti e addetti ai lavori avevano persino fatto un appello al Presidente della Repubblica. In questo documento era dato leggere un invito affinché le istituzioni impedissero la delegittimazione del Parlamento che deriverebbe dall’iter che l’esecutivo al momento pare volere seguire. Pare, comunque, che all’origine del rinvio dei giorni scorsi ci fossero in realtà i mugugni contro le intese in casa pentastallata. La Lega intanto accaparra voti al Sud e si batte per l’ autonomia del Nord, un ossimoro sociale che pare non inficiare in alcun modo il cammino inarrestabile e incontrastato verso destra del paese. Il Movimento 5 Stelle sul punto delle autonomie rinforzate tace, mentre si lecca le ferite ( non ammesse o riconosciute) ricevute nell’ultima kermesse elettorale, non comprendendo che il silenzio, l’acquiescienza su questioni nevralgiche per il paese, sono forieri di future debacle. Zaia continua nel suo sferzante appello:” Siamo stanchi di pagare gli sprechi degli altri. Non è la secessione dei ricchi come dice qualcuno ma di quelli che sono stufi di essere trattati come dei pirla” ( cfr. Repubblica)Ove si fosse avvezzi a leggere fra le righe si potrebbe osservare:” quindi è acclarato che di secessione si tratta!”