CHI VINCERÀ LA SESSANTANOVESIMA BERINALE?

CHI VINCERÀ LA SESSANTANOVESIMA BERINALE?

DAL NOSTRO INVIATO A BERLINOQuesta edizione del festival del cinema di Berlino, nell’anno del passaggio di testimone alla direzione da Dieter Kosslik a Carlo Chatrian, il livello dei film in concorso è stato abbastanza deludente.Ad un giorno dai premi possiamo fare qualche pronostico iniziando chi ha meritato di più. 1“La paranza dei bambini” (titolo internazionale “Piranhas” ) del regista italiano Claudio Giovannesi con Francesco Di Napoli e Viviana Aprea.Presentato in prima mondiale non ha deluso le aspettative forte di una solida sceneggiatura e della performance di un gruppo di attori non professionisti ( eccellente lavoro di casting ) 2“God Exists, Her Name is Petrunija”co-produzione tra Macedonia ,Belgio, Francia, Slovenia e Croazia.Sesto film della regista macedone Teona Strugar Mitevska presentato in anteprima mondiale,con Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Simeon Moni Damevski, Suad Begovski,Probabilmente il miglior film visto in competizione; divertente, intelligente con molti spunti cinematografici innovativi, racconta la vita di una trentenne scontenta della propria vita sentimentale e lavorativa perché sembra essere trasparente difronte ai ragazzi e nonostante la laurea non riesce a trovare lavoro.Ma il caso le riserverà una sorpresa quando per un colpo di testa diventerà suo malgrado un simbolo del femminismo.Sembra essere il film più accreditato per un premio. 3“By the grace of God”Del regista francese François Ozoncon Melvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud.Un film doloroso che, partendo da un drammatico fatto di cronaca che non ha ancora visto la conclusione giudiziaria, racconta il percorso che ha portato un gruppo di vittime di abusi da parte di un sacerdote ad unirsi per una lotta civile e coraggiosa contro l’omertà della chiesa.Un film sulla parola, con attori straordinari primo su tutti Swann Arlaud al quale dovrebbe assolutamente arrivare un premio. “Öndög”settimo lungometraggio del regista cinese Wang Quan’an che nel 2007 aveva vinto l’orso d’oro con il bellissimo “Il matrimonio di Tuya”.Il film che potrebbe essere definito un giallo, si basa su una storia vera e racconta l’incontro tra una donna che non vuole lasciare la propria terra ed i propri animali in Mongolia ed un poliziotto che sta indagando su un omicidio.Un film sull’amore e sulla sopravvivenza dove le immagini bellissime della steppa sono parte integrante della narrazione. 5“Ghost town antology” del regista canadese Denis Côté con Robert Naylor, Josée Deschênes e Jean-Michel Anctil.Un film minimalista, ricco di suspence, con elementi di soprannaturale, girato in un piccolissimo paese del Quebec.Un mondo di confine fisico e metaforico, dove i duecento abitanti devono sopravvivere alle condizioni ostili di inverni gelidi e far fronte al dolore per la morte di un giovane suicida che sconvolge la piccola comunità che dovrà accettare l’arrivo di una psicologa di sostegno e l’inizio di strane apparizioni.Cotè affronta con il suo stile che resta sempre sospeso ( come i suoi personaggi ) in un mondo lontano, la morte, il dolore, e la necessità di affrontarli.Quello di cotè è uno sguardo sulla natura così ostile e meravigliosa, e sui personaggi, sempre profondo ed affascinate. 6Marighelladell’attore brasiliano Wagner Moura alla prima prova come regista con Seu Jorge, Adriana Esteves, Bruno Gagliasso, Jorge Paz, Luiz Carlos Vasconcelos, Humberto Carrão, Bella Camero, Ana Paula Bouzas.Il film fuori concorso racconta in modo avvincente la vita di Carlos Marighella, il nemico numero uno del violentissimo governo golpista brasiliano assassinato dalla polizia nel 1969.Moura ha sottolineato la forte connotazione politica della Berlinale definendola la normale collocazione per il suo film il cui soggetto è sempre stato un sogno nel cassetto.Bravissimo Seu Jorge nei panni di Marighella, il film è un opera corale dove tutti gli attori sono eccellenti e Moura ci trascina nel terrore del Brasile degli anni sessanta facendo vivere l’angosci di chi per amore del proprio paese era andato consapevolmente incontro ad una motre terribile.Anche se il regista ci ha tenuto a sottolineare che non vuole fare nessun paragone con il Brasile di oggi sembra impossibile non cogliere l’importanza degli insegnamenti di chi come Marighella ha dato la vita per la liberà del proprio paese.