COLTIVARE IL BENE DELLA PIANA E DI TUTTE LE SUE GENTI

COLTIVARE IL BENE DELLA PIANA E DI TUTTE LE SUE GENTI

Di fronte a qualche autorevole e non più nascosto capannello di interessi che critica “il becero comportamento” di chi si mette di traverso contro certe decisioni, viene da ricordare che si dovrebbe coltivare la cultura della “bellezza” ancor prima di quella del profitto di pochi sulla testa dei molti. In particolare offende quello che non si riesce a dire apertamente da parte di quella politica che ben dovrebbe conoscere il valore del “bene comune” ed il senso della propria “missione” all’interno delle istituzioni. Politica che, rinnegando le proprie intime convinzioni, demanda le responsabilità ad altri, ad entità impercettibili ed irraggiungibili. Sperando così di salvare la propria immagine pubblica con qualche inutile distinguo. Sappiamo tutti bene che dietro parole come “progresso” ed “il supremo interesse pubblico” si celano altri interessi ben più tristi. Vere miserie, più umane, dietro le quale ci si nasconde con l’intento di “incidere per ottenere qualche cosa in cambio”. Per una “compensazione” che invece non ha prezzo. Questo verrà a raccontare a Prato il grande leader del momento, Matteo Salvini, che arringherà, che illustreràil teorema di mondo fatto per tenere vive le paure e le divisioni Di un mondo che parla a nome del popolo e vuol fregare il Paese. Anche lui avrà da raccontare di grandi opere di grandi opportunità come quella del nuovo aeroporto di Firenze. A noi, molto più modestamente, invece preme ricordare che non è stato sposato un “no” a prescindere su tutto quello che è nuovo. Piace sottolineare che sarebbe bene portare avanti opere ed interventi che abbiano, insieme al significato della pubblica utilità, il valore della “bellezza” come punto essenziale di riferimento. Opere che pure sono state fatte e che sono in corso di essere progettate e realizzate. Ed è anche questo che genera malessere, dispiacere e rabbia e cioè sapere che ci sarebbero capacità e volontà ma che questi sentimenti vengono schiacciati dal supremo interesse personale al profitto economico e della porzione di potere. Quindi occorre rivendicare il diritto ad essere contrari e considerarsi a pieno diritto “parte lesa” nel nome di quella “bellezza” così tanto sbandierata e poco rispettata. E per “bellezza” è bene precisare per non ingenerare errori in chi legge, vale ogni lembo di territorio, della nostra Piana che pure ci e’ stato tramandato dalle generazioni passate. Anche quelli più marginali ma che oggi, con questo spirito, abbiamo il dovere di difendere dalla violenza di chi continua ad insistere che il progresso, la crescita impongono di continuare sula strada della costruzione indiscriminata di cose e manufatti che mancano di visione e di utilità. Che sono uno sfregio nei confronti alle generazioni future. Opere come il nuovo Aereoporto che concretamente vogliono distruggere il Parco della Piana, compromettere la stabilità idrogeologica con lo stravolgimento, ad esempio, del “percorso” del Fosso Reale, conl’aumento di ogni forma di inquinamento, con l’innalzare del rischio per gli incidenti a causa della vicinanza dell’autostrada, per la presenza degli uccelli, per quelle luci delle città di Firenze e Prato che potrebbero disturbare, con i pericoli rappresentati dai depositi dei carburanti nella zona o per le aziende chimiche presenti nell’area. Per quella gigantesca gettata di cemento che toglie ogni speranzaalla natura. Per il rischio per passeggeri e cittadini causati dalle avversità meteorologiche che imporrebbero una bi-direzionalità negli atterraggi. Per i danni all’attività ed allo sviluppo del Polo Tecnologico dell’Università dei Firenze a pochi passi dalla nuova pista. Per il gigantesco impegno di fondi pubblici dedicati al profitto di un’opera prevalentemente privata, di proprietà di un magnate argentino già sotto accusa. Per quanto gli stessi rappresentati delle istituzioni, i sindaci della Piana denunciano. Per i dubbi, i sospetti verso il padrone, verso Eduardo Eurnekian, per il quale la polizia federale argentina, lo scorso dicembre, ha perquisito l’abitazione nel quadro di quella che è conosciuta a Buenos Aires come “la causa dei quaderni”. Per un uomo che da mesi, come hanno scritto molti organi di informazione, il giudice federale Claudio Bonadio sta indagando per un vasto fenomeno di corruzione e tangenti legato all’attività dei precedenti governi di cui furono presidente Nstor e Cristina Kirchner. Un uomo che certi politici locali sembra abbiano preso a cuore, come esempio di lungimiranza e valore etico per lo sviluppo della Piana A tutto ciò le persone che vivono nella Piana diranno “No”, con una grande manifestazione per sabato 30 Marzo, organizzata dalle associazioni e dai comitati che da anni sono impegnati in una protesta civile e democratica che mira a difendere il diritto alla salute ed al bene della natura ancora presente nella Piana Ci saranno le persone che ci vivono ma ci saranno anche i sindaci dei sei comuni che hanno deciso la loro adesione proseguendo nel loro impegno contro questa opera inutile e dannosa. Ci sarà Lorenzo Falchi, dal comune di Sesto Fiorentino, Emiliano Fossi per Campi Bisenzio, Francesco Puggelli per Poggio a Caiano, Edoardo Prestanti nel nome di Carmignano, Alessio Biagioli da Calenzano e anche Matteo Biffoni per il comune di Prato. Nella lettera di adesione anche loro hanno denunciato che il Governo “senza dare ascolto alle istanze delle comunità locali” il 6 febbraio scorso“ha deciso di andare avanti con un progetto che avrà pesantissime conseguenze sul futuro del nostro territorio e sul suo sviluppo Il ritrovo è previsto per le 14,30 al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino per muoversi, insieme, verso il parcheggio scambiatore dell’Aereoporto.