DONNE, PREPARIAMOCI ALL’ 8 MARZO
Prepariamoci anche così all’8 Marzo prossimo. Antirazzismo da sconfiggere, un male secolare che ha diviso l’umanità in bianchi e tutti gli altri, in uomini e donne, in diritti e in sudditanza. Ma non è mai vinta la battaglia per l’uguaglianza, perché il modello economico si riversa per forza sullo stato sociale e necessita per mantenersi inalterato di ricchi e poveri, di sfruttati e supersfruttati, di potere e sudditanza. Si licenzia la donna prima dell’uomo, si licenzia chi è in regola e si assumono precari, si ricatta la fame e la miseria con un’elemosina, si risparmia sulla sicurezza, perché la vita di un operaio conta meno di quella dei tuoi figli.Le donne dovrebbero essere le prime antirazziste al mondo, anche qui, perché non hanno mai raggiunto la pari dignità e i pari diritti, né nella società, né in famiglia. Vedo invece oggi donne odiare e negare diritti ai senza diritti, vedo donne ragionare come gli uomini peggiori. Non c’è speranza, in questa ignoranza, di potere educare figli liberi ed emancipati e senza ciò, nessun cambiamento è possibile. È l’educazione della mente, delle relazioni, l’istruzione che forma il pensiero critico e la cultura da cui nascono il rispetto e la necessità di convivere con altre culture, cercando valori unificanti e integranti. Stronza come un uomo dice Vecchioni ed è un’accusa amarissima. Perché anche il potere di ‘sinistra’ non ha ben interpretato la pari dignità. Troppi uomini di potere, ancora oggi, predicano bene fuori di casa, ma razzolano male in famiglia. E troppe donne hanno fatto carriera e raggiunto potere, comportandosi peggio di certi uomini. Ecco, io vedo un filo che unisce questo 2 marzo all’8 marzo. Il ‘prima le persone’ è rivolto a voler seppellire discriminazioni che servono a mantenere potere economico sì, ma anche potere in famiglia e nella coppia. Rivendichiamo antirazzismo anche per noi donne, soprattutto contro chi bianco o nero, per cultura o per religione considera la donna un essere inferiore, una sua proprietà, fino a punirla con la morte se tenta di liberarsi dalla schiavitù. L’unica distinzione di razza che conosco è tra persone civili e coerenti con i principi di dignità, uguaglianza e rispetto e quelli no. E purtroppo oggi è la vittoria di ‘quelli no’.
