FIORENTINA- INTER 3-3 ALLA FIERA DEL VAR

FIORENTINA- INTER 3-3 ALLA FIERA DEL VAR

Questo Fiorentina- Inter, stranamente vista la storia, aveva tutta l’aria di essere una partita di passaggio: in vista della semifinale di Coppa Italia per la squadra viola, e in vista dei prossimi impegni europei per l’Inter. E invece ne è uscito un girone dantesco: quello dei “Varicondi”, cioè coloro che nella vita avevano invocato l’introduzione della tecnologia del calcio e per questo meritano adeguata punizione. Chi scrive è uno di quelli. Uno che si augurava l’uso della moviola in campo quando ancora non lo faceva nemmeno Biscardi forse, ed è ancora convinto sia chiaro. Certo che una partita come quella di stasera, con l’arbitro che va e viene dal monitor a bordo campo come neanche un alcolista dal banco del pub, e con un secondo tempo durato quanto un film di Lars von Trier, beh oggettivamente qualche sicurezza la incrina. Ad ogni modo: risultato finale 3-3 (giusto) e probabilmente la partita più divertente dell’anno da vedere per gli spettatori neutrali. Per i tifosi viola e nerazzurri invece un bel “crash test” per le coronarie. Lo abbiamo scritto tante volte: quando tira vento (un “vero” vento) le partite al Franchi diventano un’altra cosa, un altro sport. Così, come golfisti impegnati in un “links” (i percorsi scozzesi affacciati sul mare), i giocatori si trovano a studiare le traiettorie poco prevedibili della palla. Solo con la considerevole differenza di doverlo fare in un decimo di secondo e senza potersi consultare con il caddie. Questo tanto per chiarire subito che tutte le valutazioni tecniche di una partita del genere hanno bisogno di una consistente tara. Per dire: nella prima frazione, con il vento a favore, l’Inter ha patito per gran parte del tempo l’aggressività viola e quando riusciva a recuperare palla sparava dei palloni lunghi che volavano felici nella tramontana, seguiti, solo con lo sguardo, da attaccanti e difensori. Eppure poi alla fine dei primi 45 minuti il punteggio diceva Fiorentina 1 Inter 2. Vacci a capire qualcosa… Certo da parte viola aver sprecato un jolly come il gol di Simeone arrivato quando ancora il fischio d’inizio dell’arbitro risuonava nelle vie intorno alla stadio (18 secondi) è situazione che grida vendetta. E’ pur vero che il pareggio di Vecino (un ex che segna alla Fiorentina, chi l’avrebbe mai detto eh?) arrivava dopo appena 5 minuti, però la supremazia di cui si parlava avrebbe meritato, anzi preteso, che almeno sul pareggio la squadra viola fosse approdata all’ intervallo. E invece il bel tiro di Politano unito all’insipienza tattica dei difensori viola, che lo facevano convergere liberamente verso l’interno del campo, confezionavano lo svantaggio. Ah, dimenticavamo: tutti e due i primi gol delle squadre necessitavano di lunga analisi della sala Var per stabilire se le due azioni fossero regolari. Per questione di millimetri la risposta era “Sì”, con però il povero direttore di gara fermo a congelarsi nel vento attendendo una risposta dal “call center”. Scene che stringono il cuore… Poi nel secondo tempo come si diceva l’inferno: terzo gol dell’Inter su rigore dopo tocco di mano di Edimilson pescato nello stupore generale (tocco però che effettivamente c’era, sia chiaro). Gol del 2-3 di Biraghi annullato per fallo precedente di Muriel su D’Ambrosio. E poi l’apoteosi: gol del 2-3, stavolta valido, di Muriel con una punizione pazzesca, diremmo quasi divina. E infine al minuto 96 il rigore assegnato alla Fiorentina per braccio di D’Ambrosio, rigore però trasformato da Veretout al minuto 100 e qualcosa per la solita ponzata dell’arbitro davanti al monitor, con intorno uno stadio ululante dove ormai si erano del tutto persi i freni inibitori. Ovviamente l’Inter in questo caso non era per niente d’accordo con la decisione finale ed in effetti le immagini (almeno quelle viste da noi) non chiariscono per niente l’episodio. Poi, ritornando con la memoria anche alla partita di andata, fanno un po’ sorridere gli altissimi lamenti di Spalletti che arrivano dagli spogliatoi mentre scriviamo. Ma si sa bene come lui sia la classica persona simpatica e brillante solo quando gli si dà ragione. Categoria molto numerosa questa nel nostro paese e specialmente qui in Toscana. Ma lasciamo perdere. Prima di chiudere però corre l’obbligo di assegnare, con standing ovation inclusa, la statuetta per migliore attore non protagonista a Marko Pijaca: più di venti minuti in campo nella fase caldissima della partita, con la squadra lanciata all’arrembaggio, palloni toccati due. Dicasi 2! E non per modo di dire, sul serio. Un record mondiale difficilmente battibile. Una definizione vivente della parola “inutile”. Un caso che andrebbe studiato da qualche prestigiosa università americana. E chissà che prima o poi non succeda davvero.