I DUE TEXAS RANGERS CHE BECCARONO BONNIE & CLYDE, L’ALTRA FACCIA DEL FILM DI PENN

I due “hunters”, riassunti come poliziotti stradali, pure avanti con l’età e sulle prime fuori addestramento, erano Frank Hamer e Maney Gault, due amici che s’erano persi di vista dopo aver combattuto, in gioventù, battaglie anche sanguinose giù al confine col Messico.Hamer e Gault, incarnati con efficacia da Kevin Costner e Woody Harrelson, sono i due protagonisti di “Highwaymen – L’ultima imboscata”, il bel film di John Lee Hancock visibile da venerdì 29 marzo su Netflix. Dura 130 minuti, respira l’aria del tempo, con ovvi riferimenti alla Grande Depressione e al mondo disperato di “Furore”, e naturalmente racconta la caccia a Bonnie & Clyde da un punto di vista opposto rispetto al film-ballata di Arthur Penn del 1967, da noi “Gangster Story”, con Faye Dunaway e Warren Beatty.I due banditi qui non si vedono mai in volto, se non alla fine; tutto è imperniato sulla caccia serrata per due o tre Stati del Sud, che Hamer e Gault conducono alla vecchia maniera dei Texas Rangers, spesso in conflitto con i pomposi agenti Fbi spediti sul posto da Hoover e con la polizia locale, talvolta corrotta.Il film, per quanto mi riguarda, sarebbe potuto benissimo uscire nelle sale: perché è ben girato e recitato, potente sul piano della ricostruzione, anche interessante sul versante delle digressioni narrative e delle sfumature dei dialoghi; non a caso il regista ha firmato “Saving Mr. Banks” e “The Founder”. Ma Netflix ha un’altra politica e quindi bisogna vederlo per forza sul piccolo schermo.Sono crepuscolari quanto basta i duetti tra i due acciaccati protagonisti, ciascuno dei quali custodisce una personale idea di giustizia: il tosto Hamer sa che la partita non può che finire nel sangue, come sempre; il più tormentato Gault è ossessionato dai fantasmi del passato, da una carneficina che finì con 54 cadaveri senza che prima fosse stato dato il dovuto avviso “Manos arriba” (“Mani in alto”). Ogni tanto appare un sassofono nel film, e magari non si capisce bene perché. Lo suonava Clyde Barrow, tra una rapina e l’altra, portandoselo sempre dietro sulla mitica Ford Model B che divideva con l’amata e minuta, ma non meno feroce di lui, Bonnie Parker.PS. Per la cronaca, pochi mesi dopo quella sparatoria in Louisiana, altri temuti gangster, oggetto di tanti film, sarebbero stati messi a tacere dalle forze dell’ordine: John Dillinger, Arthur “Pretty Boy” Floyd, Lester “Baby Face Nelson” Gillis.