IL RAZZISMO PERVADE LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA

IL RAZZISMO PERVADE LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA

Il razzismo pervade la nostra vita quotidiana.Accade sempre più spesso ciò che poco tempo fa era inimmaginabile.Da quando un leghista a Macerata sparò “sui neri”, è tutto una sequela di aggressioni, spari, violenze verbali, umiliazioni e intimidazioni su chi è diverso soprattutto per il colore della pelle. Non importa se si è bambini.Di Maio aveva detto che le ONG erano i taxi del mare. Salvini ha aggiunto prima gli italiani. Ieri ha minacciato un gruppo di ragazzi che cantava “bella ciao” invitandoli a prepararsi a “prendere il barcone con Zedda”.Il fatto è che ci sono responsabilità per questo clima di razzismo dilagante.Io penso che sia appropriato parlare di nazionalpopulismo e di postfascismo. Un’ ideologia certo diversa dal fascismo, ma con accenni e tratti assonanti per le pulsioni di razzismo, per il disprezzo per il diverso, per il nazionalismo esasperato contro presunti nemici esterni, per un’idea di democrazia basata sul potere carismatico e su un concetto indistinto di popolo che si colloca sopra la democrazia parlamentare, per una pratica politica che decide di autotutelarsi quando dovrebbe sottoporsi alla verifica di legalità, per una tendenza al disprezzo della Costituzione in materia di diritti umani della persona e di eguaglianza dei cittadini.Un tratto fondamentale di questo pensiero è che la critica alla globalizzazione, in nome di una maggiore protezione sociale, individua capri espiatori nell’Unione Europea, negli altri Paesi e nell’immigrazione, ma non mette mai in discussione, all’interno, le élite economiche e le diseguaglianze reali nella distribuzione della ricchezza.Piuttosto, questa ideologia e pratica di governo appare propensa ad affrontare il conflitto di interessi, tra i ceti sociali meno abbienti e i più ricchi, trasferendolo su un piano territoriale e cercando di trovare un compromesso tra le spinte autonomiste e separatiste delle aree più ricche e la domanda di assistenza di quelle più povere. Una prospettiva perseguita con leggerezza, irresponsabilmente, che potrebbe avere un esito catastrofico .Nel dichiararsi oltre la destra e la sinistra, oltre il conflitto di classe, questo pensiero esprime una certa assonanza con il passato della destra fascista , che però fece della retorica della patria un elemento fondante la sua ideologia.Sembrano sommarsi, infatti, diverse e contraddittorie spinte all’indietro, verso un passato pre risorgimentale, quello degli staterelli, dell’Italia come espressione geografica, il quale accenna pericolosamente a prender piede in tutto il Paese, e si aggiunge ad una richiesta di ritorno a quell’assistenzialismo che ha caratterizzato il Sud per una fase della seconda metà del secolo scorso.In generale, pure con questa diversità di elementi, l’ideologia dominante dei governanti giallobruni sembra guardare più al passato che al futuro, ci porta indietro, invece di accettare le sfide del presente e del futuroLa storia non si ripete e anche le ideologie politiche si trasformano.Tuttavia, provare ad identificare i fenomeni nuovi cercando di riconoscerne i tratti che ereditano dal passato non è un esercizio inutile ai fini della comprensione e della lotta politica e soprattutto delle scelte che si devono compiere nel campo della sinistra e delle forze democratiche; le quali sentono più forte l’attaccamento ai principi e ai valori della Costituzione.Per questo credo che sia corretto definire nazionalpopulista e postfascista l’impasto ideologico della Lega e del M5stelle, che governano assai stabilmente con un contratto l’Italia, dentro un nuovo ordine politico e culturale.