IL WEEK END DELLA SPERANZA

Sarà anche vero che chi vive di speranza muore disperato, ed è certamente vero che i 250.000 di Milano non bastano a far dimenticarequella enorme massa di italiani che addossano agli stranieri tutti i mali del mondo, tuttavia è un buon segnale. Passiamo al secondo segnale. E’ pure vero che Zingaretti nella sua militanza politica ha votato un sacco di robaccia liberista e che la sanità regionale nel Lazio è quasi allo sfascio, e sarebbe sciocco negare che all’interno della inaspettata partecipazione alle primarie possano celarsi voti non proprio genuini, però il meno peggio ha stravinto. Tutto vero, e dopo anni passati ad osservare il corpo inerte del progressismo attaccato a macchine delle quali eravamo ormai rassegnati a staccare la spina questi due piccoli“beep”provenienti dal cuore e dal cervello non possono che far trasalire e dare qualche speranza persino ai parenti ed amici più lontani. Quelli che ancora nutrono qualche affetto per ciò che il malato terminale ha rappresentato nelle loro vite. Nulla di strano invece che i nemici storici del malato e quelli che avrebbero voluto spartirsene l’eredità vogliano negare l’evidenza di quei due beep e attribuirli ad uno sbalzo di corrente o meglio ancora ai sussulti del decesso imminente. Esultare sarebbe sciocco, ma senza quei piccoli e forse insignificanti segni di vita tanto sarebbe valso staccare davvero la spina e affidare la salma a quegli strani becchini vestiti di giallo e di verde.