L’EREDITÀ DI ANTONIO GRAMSCI

Gli errori, il cinismo. Le cose difficili da spiegare, ma tanto c’è tempo. Il coraggio di scelte difficili, di gettare ponti verso chi ti aveva sparato addosso. Alcuni cedimenti, inevitabili, e qualche ritirata tattica. Il partito di massa. Il cinema. Gramsci, che altrimenti non l’avremmo letto mai. Una sezione per ogni campanile. La politica. Rinascita. Non è questione di fare santi o santini, anche perché un politico può essere senza macchia solo se non lo si conosce. Restano però la sua eredità – in questo caso, una parte importante della Costituzione e il Partito Comunista Italiano – e il suo pensiero. Quando arriva un nuovo capetto della “vera sinistra” a dirvi che ha capito tutto lui e che si potrà ripartire solo isolandosi tra gente che si dà ragione a vicenda; quando in tv vedete sedicenti filosofi sedicenti marxiani ciurlare nel manico per ore, imbottendo i discorsi di paroloni buoni solo a farvi perdere tempo: ricordategli che c’è stato Palmiro Togliatti (nasceva 126 anni fa). Non un modello per il futuro, ma un esempio dal passato: non esistono notti eterne, non esistono modelli. C’è il qui, c’è l’ora, e siamo soli con le nostre capacità e la nostra intelligenza. Veniamo da lontano, e dovremmo voler andare lontano.