OPERAZIONE “MAFIA BET” IN SICILIA : VOTO DI SCAMBIO E SCOMMESSE

OPERAZIONE  “MAFIA BET” IN SICILIA : VOTO DI SCAMBIO E  SCOMMESSE

Voto e scambio. Due concetti inconciliabili fra loro. Da una parte la libertà, la scelta intrinseci nel voto, dall’altra il do ut des dello scambio che svilisce ogni ipotesi di libera determinazione, facendo rientrare il tutto nel rapporto obbligazionario del dare/avere. Dare e avere che sottendono nel caso del voto di scambio, un accordo, un rendere conto del proprio agire non in termini di rispetto del programma elettorale, bensì in termini di riferimento dell’operato a ordini precisi e a soggetti determinati. Meccanismo collaudato e perverso che impedisce ad alcune realtà del paese di smarcarsi dalle logiche del ricatto. Proprio chi è preposto all’amministrazione della cosa pubblica, spesso, inficia il rispetto dell’art. 97 della Costituzione violando il suo principio cardine : il buon andamento della P.A., con comportamenti e atteggiamenti tendenti a favorire gruppi, lobbies, centri di potere più o meno leciti. È di oggi la notizia di arresti eccellenti in Sicilia nell’ambito dell’operazione ” Mafia bet” che vede coinvolto il mondo delle scommesse, delle slot, la realtà commerciale e la sfera politica dell’isola. Gli inquirenti hanno disposto il fermo di tre persone ritenute organiche a Cosa nostra del Belice e la emanazione di avvisi di garanzia per altre persone, con un sequestro di beni milionario. L’accusa di mafia è per Calogero John Luppino, Francesco Catalanotto, Salvatore Giorgi. I tre arrestati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale. Pare addirittura che le indagini partite nel 2016 attraverso intercettazioni ambientali avessero rivelato legami tra il Catalanotto e Matteo Messina Denaro il superlatitante di cosa nostra ritenuto il Capo dei Capi. Le intercettazioni farebbero supporre un contatto fra i due in un casolare sperduto nelle campagne che, tuttavia, perquisito in seguito, non avrebbe rivelato traccia del criminale. Il giro di affari sarebbe incentrato sulle scommesse e sui giochi online. Luppino, titolare di giochi online e di centri scommesse, stante alle ipotesi accusatorie dirigerebbe il settore economico dell’attività. Gli esercizi economici del trapanese venivano obbligati a istallare le macchinette delle società di Luppino e di Giorgi. Il non farlo esponeva i negozianti a ricatti e attentati. La protezione accordata a chi si affidava al controllo dei mandamenti di Mazara del Vallo era totale, si veniva difesi dal rischio di esposizione alla delinquenza spicciola. Una forma di parastato atta a tutelare gli interessi in ballo e i cui proventi servivano anche al mantenimento delle famiglie dei picciotti o dei boss in carcere. Un mutuo soccorso criminale che trova nell’ assenza delle istituzioni o nella loro collusa presenza, la piaga sociale di un popolo. E nella compagine parrebbe esserci implicato un uomo politico, il deputato regionale Stefano Pellegrino indagato per corruzione elettorale. Il noto avvocato penalista eletto deputato nelle liste di Forza Italia nell’ultima tornata elettorale, avrebbe ricevuto il sostegno delle famiglie mafiose della valle del Belice. Il deputato regionale che in passato era stato il difensore dell’ormai ex senatore D’Ali’ accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe dichiarato” non ho chiesto voti per me a questi soggetti. Inoltre da quando occupo il ruolo di deputato regionale sto provvedendo a “lasciare” il patrocinio legale di tutti quei soggetti che hanno accuse che sono in qualche modo “incompatibili” con il ruolo istituzionale che ricopro”‘ Il deputato e’ stato nominato presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars e componente della commissione antimafia. Dalle indagini parrebbe emergere che Luppino e Giorgi, direttamente coinvolti con il loro movimento politico ” Io amo Campobello” nelle cui fila era stato eletto consigliere comunale lo stesso Luppino , avrebbero spostato pacchetti di voti in favore del deputato regionale nell’ultima kermesse elettorale. La loro attività di accaparramento del voto si sarebbe estrinsecata attraverso la promessa e la somministrazione di generi alimentari a cittadini non abbienti. Ove le accuse venissero confermate emergerebbe una pregnante commistione tra politica, mafia, scommesse, giochi online e l’ombra oscura, onnipresente di Matteo Messina Denaro. E su tutto e tutti prevarrebbe il fallimento di uno Stato incapace di deviare il corso di un fiume le cui acque sono intorbidite dalla corruzione, dalla collusione, dal malaffare, dal bisogno e dal ricatto. Ed è sempre più amara la consapevolezza che “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”‘( Corrado Alvaro)