PRATO: DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA CHIESA PER LA MANIFESTAZIONE DI FORZA NUOVA

PRATO: DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA CHIESA PER LA MANIFESTAZIONE DI FORZA NUOVA

La storia, la tradizione di Prato ci porta ad essere legati insieme da una “cintola” per sconfiggere i sentimenti di odio e paure che vengono da fuoriCome ci porta ad esser lontani da quanti avrebbero invece da tenere, per ruolo e per dovere, nel loro cuore, negli atti da compiere, il bene della città.Quanti ancora non hanno compreso il grande senso di unità che la pervade nei momenti più buiLo vediamo in queste ore che precedono la manifestazione di Forza Nuova che vorrebbero vedere Prato divisa, frantumata da quelle incomprensioni così care ad un mondo ripiegato su se stesso. Lo abbiamo letto nella dura presa di posizione della Chiesa pratese che senza timore di possibile ed altre interpretazioni condanna il clima di odio e paura che il gruppo di Forza Nuova vuole far calare sulla cittàQuesto il documento indirizzato non certo ai leader ma ad ogni singolo militante di FN, affinché riesca a comprendere quanto annebbiato potrebbe essere il suo animo: LA CHIESA DI PRATO AI MILITANTI DI FORZA NUOVASe la vostra giustizia non è sovrabbondante rispetto a quella degli scribi e dei Farisei, non entrerete nel Regno dei cieli. (Mt 5,20) Perché avete scelto Prato per ricordare il vostro anniversario di violenza politica di 100 anni fa? Non si festeggia un anniversario portando divisioni in una comunità pacifica. Non si festeggia un anniversario senza il gradimento di chi ti deve accogliere. Prato è stata sempre una città aperta e accogliente. L’”altro” si è sempre sentito a casa sua, non è stato mai respinto. Il prendersi cura e il rispetto, il non disprezzo e l’accoglienza, il lavoro e la sua dignità sono stati alla base della convivenza civile della città. Perché vuoi venire a turbare e intimorire chi con fatica ha costruito una città mite, pacifica, facente parte di un condominio planetario? Per meri interessi elettorali? Per diffondere una cultura della violenza? A Prato non può esserci spazio per culture sovraniste, xenofobe, egoistiche, intransigenti che non mettono l’amore per l’altro al primo posto, la solidarietà, il lavoro, il bene di tutti. Al cuore dei principi della convivenza a Prato non ci sono la violenza, il respingimento, il razzismo, il “prima i pratesi”. Ci sono i principi della nostra Costituzione fondante un ordinamento che assicura la pace e la giustizia fra tutti. Non scandalizzare i piccoli e i poveri di Prato, non istigare il popolo pratese a costruire muri (fisici o culturali che siano); li abbiamo abbattuti con fatica e oggi sono solo dei richiami storici che attraverso il fare memoria ci dicono che solo con i ponti, le amicizie e il confronto abbiamo fatto grande Prato come luogo di pace e di scambio. “Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere”. Prima di manifestare vieni e vedi gli sforzi costanti che la nostra comunità attua per integrare ciascuna persona, “contrastando la cultura dell’indifferenza e dello scarto”. Non banalizzare una coscienza pacifica, pacificata e pacifista che a fatica, dalla Resistenza in poi, si è costruita a Prato, città “ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria””. Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere. La nostra comunità è impegnata a integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dell’indifferenza e dello scarto. Convertiti alla non-violenza e alla giustizia di cui il popolo di Prato, tutti i popoli e ciascun uomo e donna che abitano il pianeta hanno sete profondissima. Spostare la nostra attenzione dai nostri bisogni a quelli degli altri, può diventare la logica profonda della nostra esperienza umana e, allo stesso tempo, la vocazione profonda che può motivare e incoraggiare le nostre azioni e le nostre scelte all’interno della società civile. Non dimenticare mai che questa logica, assunta in maniera radicale, richiede la ricerca instancabile di una convivenza umana nella prospettiva del non-dominio e del sostegno al più debole, al più povero, all’emarginato, le persone che Gesù ha sempre messo, inequivocabilmente, in cima ai destinatari del suo amore. La nostra comunità t’invita a costruire luoghi dove si testimonia questo stile e laboratori d’impegno e solidarietà nella ricerca di modi nuovi ed evangelici di vivere insieme nella nostra città. Solo a queste condizioni ti sentirai cittadino di Prato e potrai venire a manifestare. Fino a quando ti definirai “fascista, xenofobo, sovranista, razzista, violento”, Prato non potrà essere la tua patria e noi non potremo permettere che tu venga a dissipare e distruggere un patrimonio culturale costruito con tanta fatica, dolore, duro lavoro, cooperazione sociale, solidarietà, altruismo, parole a te sconosciute ma che sono a fondamento del vivere civile e di quella Costituzione che tu disprezzi e che per fortuna c’è per non permetterti di essere qui oggi a Prato”. Un documento lungo, importante firmato daCaritas DiocesanaUfficio per l’Educazione e la ScuolaUfficio MigrantesUfficio di Pastorale Sociale e del Lavoro. Ed i fatti di queste ore rimarcano l’intenzione di non cadere nelle provocazioni ma allo stesso tempo di rendere evidente il dolore, il rammarico, la delusione, ma anche una rabbia composta, rafforzata da una condivisione così completa da lasciar intendere a tutti la gravità del momento.La città della “mescolanza” che genera splendide stoffe grazie al sapiente mescolare di colori e fibre, grazie a quella di uomini e donne di più di cento etnie, non accetta che da fuori le si calpesti la memoria, la storiaNon bastano le criticità a metterla in discussione, non bastano i problemi a farla cadere nella trappola di chi vuol innalzare muri.Si perché è ormai evidente che nel nome della nostra Prato, per quella dei nostri figli, i pratesi reagiranno.Si ritroveremo insieme, come successo in altre occasioni, come per i tanti momenti di gioia, per ricordare di quanto possa essere bello restare insieme, senza paure, senza odioNel nome di quei valori che ci sono così cari a tutte le genti di Prato.Nel nome di quanto i nostri padri ci hanno tramandatoE perché no, anche nel nome delle difficoltà da affrontare e sconfiggereTutto ciò si concretizzerà con un grande Presidio democratico di persone che hanno accolto l’invito anche di decine e decine che fra movimenti ed associazioni si troveranno a testimoniare il senso di smarrimento per le decisioni condivise da questore e prefetto che hanno ritenuto non fosse giusto evitare l’affronto alla cittàIl luogo del Presidio sarà una delle più belle piazze di Prato, piazza delle Carceri o in alternativa piazza San Francesco che dalle 15 di sabato pomeriggio accoglieranno le persone che cercherànno di rafforzare il senso di amore per la bellezza che la città esprime e per i valori civili e democratici che custodisce.Ma le genti di Prato non si limiteranno a questo.Si perché è ormai evidente che nel nome della nostra Prato, per quella dei nostri figli, i pratesi si ritroveremo insieme, come successo in altre occasioni, come per i tanti momenti di gioia, per ricordare di quanto possa essere bello restare insieme, senza paure, senza odioNel nome di quei valori che ci sono così cari a tutte le genti di Prato.Nel nome di quanto i nostri padri ci hanno tramandatoE proprio in queste ore verranno prese importanti decisioni che andranno in una ulteriore direzione di profonda attenzione verso dei diritti che sarebbero stati disattesi Si perché, ad esempio, da Prato2040 è arrivato l’annuncio di un esposto alla magistratura contro il prefetto e il questore.Allo stesso tempo la Procura avrebbe deciso di non restere a guardare aprendo un fascicolo per apologia del fascismo per le scritte inneggianti alla dittaturaDa parte di Anpi, dall’associazione dei Partigiani, invece arriverà la diffidaalla prefettura affinché impedisca il corteo nel centenario della nascita dei fasci di combattimento.Sarebbe questo un estremo tentativo ad impedire il rischio di disordini incontrollati ma soprattuto una presa di coscienza verso un evento che niente ha a che fare con la democrazia partecipata