SI DICE FASCISMO MA SI LEGGE VIOLENZA , ODIO, SOPRAFFAZIONE

SI DICE FASCISMO MA SI LEGGE VIOLENZA , ODIO, SOPRAFFAZIONE

I fascisti, vi sembrerà strano, ma io li ho scoperti che avevo già fatto l’università. Perché chi ha la mia età ed è nato e cresciuto in Toscana, i fascisti liconosce come caricatura, un fenomeno di colore, un complemento a una comunità. Esistono, certo. Ma i fascisti, quelli veri, quelli che trovi nelle periferie romane e ti picchiano a sangue perché hai un orecchino al naso, non c’erano. Persino quelli con cui mi battevo all’università erano in qualche modo sinceri democratici rispetto ai fascisti di Casapound. In Toscana il fascismo era più un monito da non scordarsi, più che una forza a cui contrapporsi. Certo, c’era da stare vigili, attenti. Ma i giochi erano altri. Comunisti da una parte, la maggioranza, democristiani dall’altra, poi socialisti, repubblicani, azionisti, liberali. La democrazia era conflitto quotidiano. Nelle case del popolo, nei bar, nelle piazze. Se avete mai visto “Berlinguer ti voglio bene”, potete immaginare di cosa parlo. Ma i fascisti, in Toscana, erano macchiette. Perché tutto poteva accadere, ma nessuno poteva mettere in discussione le fondamenta. Per questo domani torno a casa. Per ribadire ai fascisti di Forza Nuova che manifesteranno e festeggeranno i 100 dal fascismo che per un potente che si inchina dinanzi a loro (la perfetta che concede il corteo), troveranno sempre la mia gente dall’altra parte della barricata. Il sindaco, le associazioni, la Curia, i cittadini di Prato avevano chiesto di vietare un corteo inspiegabile. La perfetta lo ha concesso. In barba alle leggi e alla Costituzione italiana. Perché quello di domani non sarà l’esercizio di espressione e parola, ma la negazione esatta di quello stesso principio. Sarà la riesumazione orgogliosa e pubblica di uno dei peggior mostri del Novecento, che tanta sofferenza e morti ha causato. Si dice fascismo, ma si legge violenza, odio, sopraffazione. E nella mia terra per tutto questo non c’è mai stato posto. Lo so, non sono ingenuo, la destra avanza, anche in Toscana. Ma conosco la mia gente. E domani sarò lì con loro. Per ribadire insieme la nostra terra è antifascista. Non per retaggio, non per feticismo, ma perché ama discutere, battersi, lottare, divertirsi, essere irriverente, dissacrante. In poche parole: ama la libertà, anche quella di mandarsi a quel Paese. E non saranno quattro fascisti a togliercela. Mai.