A CASSINO, IL GIORNO DELL’ADDIO AL PICCOLO GABRIEL

DI CLAUDIA SABAFiori. Tanti fiori nell’obitorio dell’Ospedale di Cassino.Mille boccioli colorati circondano la piccola bara bianca di Gabriel.Ci sono i suoi peluche, le macchinine di servizio dei vigili del fuoco che lui amava così tanto.E c’è il dolore, intenso, tra il silenzio composto di volti ancora increduli.Un bambino.Gabriel era solo un bambino di due anni e mezzo, morto senza alcun motivo plausibile.Strangolato dalla madre, Donatella Di Bona, con la complicità del padre, Nicola Feroleto.La camera ardente è gremita e lui è lì, avvolto in un morbido tulle bianco.Il corteo con il feretro parte poco prima delle 15 e attraversa le strade del paese.In segno di lutto, le bandiere del Municipio sono a mezz’asta e i commercianti hanno chiuso le loro attività.Alle 15, la bara arriva nella Chiesa Santa Maria dell’Assunta di Piedimonte San Germano.Ci sono i palloncini bianchi all’ingresso e centinaia di persone ancora incredule, attendono il compiersi dell’ultimo atto di questa tragedia.Una tragedia forse annunciata, ma ignorata.È il giorno dell’addio a Gabriel.Il giorno in cui un’intera comunità si è ritrovata qui per regalare l’ultimo abbraccio al piccolo.Ma Gabriel aveva bisogno di abbracci tanto tempo fa.Al suo ingresso nel mondo, quando invece è stato lasciato solo.La mamma Donatella Di Bona, e il papà, Nicola Feroleto, non sono qui.Sono in carcere, rinchiusi con il sospetto di un’accusa infamante.Chissà come dormiranno tutti, adesso che gli occhi di Gabriel si sono chiusi per sempre.