BRASILE: BOLSONARO AZZERA IL PROGETTO DI DARE IDENTITÀ AI CORPI DEI DESAPARECIDOS

BRASILE: BOLSONARO AZZERA IL PROGETTO DI DARE IDENTITÀ AI CORPI DEI DESAPARECIDOS

La tecnica – quella del “decreto omnibus” – è nota anche ai politici di casa nostra: “nascondere” un provvedimento odioso in mezzo a decine di altri più neutri, da approvare tutti insieme. Peraltro, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro(nella foto)aveva già annunciato le sue intenzioni di chiudere il progetto di antropologia forense che, sul modello di quello argentino, si occupava di dare un’identità ai corpi dei desaparecidos della dittatura. Al momento di esperti stavano operando su resti umani trovati in tre fosse comuni nel Cementerio de Perus, a nord di San Paolo. Il ritrovamento, in realtà, risale a quasi trent’anni fa, ma solo in anni recenti la politica aveva voluto ridare un nome a quei corpi martoriati: oltre seicento cadaveri per lo più maschili, tra i quali un cinque per cento di bambini. Dai segni di violenza riscontrati su molti di loro, si può supporre che non si tratti solo indigenti e senza tetto, di militanti politici eliminati dal regime tra il 1964  e il 1984, una delle dittature più lunghe della storia del Sudamerica.Il progetto di identificazione dei cadaveri era stato sostenuto dalla ex presidente Dilma Rousseff, particolarmente invisa a Bolsonaro – un militare – per il suo passato di prigioniera politica.“Sono i cani quelli che cercano gli ossi sotto terra” : con queste parole Bolsonaro aveva commentato il progetto quando era ancora un semplice deputato, in una delle sue tante apologie della dittatura.L’ennesimo provvedimento che va nella direzione del negazionismo, come nessun governo sudamericano della post dittatura aveva osato fare. Del resto, il ministero dell’Educazione ha tentato di vietare nei libri di testo qualsiasi riferimento agli anni della “guerra sporca”, provvedimento abbandonato davanti all’opposizione popolare. Ma non si esclude che, per far passare anche questo provvedimento, non si ricorra a qualche “cavallo di Troia” o altro stratagemma. Sempre all’interno di questo “piano dell’oblio”, il ministero dei Diritti umani è stato trasformato nel ministero della Donna, famiglia e diritti umani, diretto da una pastora evangelica che si è subito detta contraria alle riparazioni economiche da parte delle stato nei confronti dei prigionieri politici della dittatura.