CAMPIONATO CON GARBO. IMPARIAMO DA GATTUSO, IL FAIR PLAY NON E’ UN OPTIONAL
DI DANIELE GARBOUdite udite: il primo verdetto del campionato più noioso del mondo non è lo scudetto della Juventus, bensì la retrocessione del Chievo. Ma in fondo si somigliano: così come non è mai stato in dubbio l’ottavo titolo consecutivo, ugualmente non ci sono mai stati dubbi sull’arrivederci alla serie A da parte dei veronesi, ultimi sin dalla prima giornata.A Torino sono preoccupatissimi (!) perché la sconfitta con la Spal ha fatto rimettere in frigo lo champagne e ora ci sono “soltanto” altri sei match points consecutivi. Scudetto a rischio insomma, ricordando come nel 1976 Panatta annullò 11 match points all’australiano Warwick al primo turno degli Internazionali d’Italia che poi avrebbe vinto battendo in finale Guillermo Vilas. Peccato che il calcio non sia il tennis e che l’ottavo sigillo della Signora Omicidi sia solo questione di tempo. Magari la pratica sarà archiviata sabato allo Stadium contro la Fiorentina, visto che manca sempre solo un punto per la certezza aritmetica.Ha suscitato polemiche la sconfitta della Juve a Ferrara perché Allegri ha mandato in campo una formazione imbottita di ragazzini contro una Spal che lotta col coltello tra i denti per salvarsi. Mihajlovic (Bologna) e Andreazzoli (Empoli) hanno parlato di campionato falsato dall’atteggiamento dei bianconeri. Vorrei vedere se avrebbero detto le stesso cose qualora si fossero trovati al posto della Spal. Il campionato è falsato dalla schiacciante superiorità della Juventus, che, avendo un vantaggio siderale sulla seconda, può permettersi di far riposare i giocatori migliori in vista del ritorno dei quarti di finale di Champions League con l’Ajax, in programma martedì a Torino. Un appuntamento cruciale per la stagione della Juve, che ha puntato tutto sulla massima competizione europea per club. Come si può pensare che Allegri schieri a Ferrara la squadra titolare col rischio di infortuni e la certezza di inutili affaticamenti ? Un polemica fuori luogo che non ha nessuna ragione di esistere. Stupisce semmai che ad alimentarla sia gente che conosce molto bene il calcio e i suoi meccanismi. Poi, se vogliamo fare le verginelle in nome della lealtà e dello sport pulito, magari scegliamo occasioni migliori.A ufficializzare la retrocessione del Chievo è il Napoli, che a sua volta ha da tempo la testa sull’Europa League. Ancelotti sa che che in caso di eliminazione gli verrà rinfacciata una stagione peggiore di quelle di Sarri. Giovedì al San Paolo il Napoli si gioca tutto, mentre Carletto si gioca la sua credibilità agli occhi del pubblico napoletano. Serve un’impresa tipo quella della Juve contro l’Atletico Madrid, partendo dallo stesso risultato, lo 0 a 2 incassato a Londra la settimana scorsa. Impresa molto difficile ma non impossibile. Anche se, rispetto ad Allegri, Ancelotti non può contare su Cristiano Ronaldo, l’uomo in grado di decidere da solo qualsiasi partita.L’Inter passa, come da copione, a Frosinone blindando la qualificazione alla prossima Champions League. I nerazzurri fanno il minimo indispensabile contro una squadra praticamente retrocessa, Icardi appare ancora arrugginito fallendo un altro gol facile, Perisic chiede e ottiene di calciare il rigore del 2 a 0, che Maurito gli concede senza fare storie.Spalletti parla di amicizia ritrovata e di collaborazione. Insomma, tutto va ben, Madama la Marchesa. Marotta invece assesta un colpo al cerchio e uno alla botte: “Icardi è un giocatore importante – le parole del plenipotenziario nerazzurro – , conta anche la sua volontà, valuteremo a fine stagione. Spalletti ha due anni di contratto e sta lavorando bene. Le voci su Conte sono inevitabili perché è un vincente ed è sul mercato”.Traduzione dal “marottese” all’italiano: Icardi partirà se arriva l’offerta giusta e troveremo un club che accetti il pacchetto Mauro-Wanda, Spalletti potrebbe rimanere con un grande finale di stagione, ma Conte ci piace davvero.Torna il sereno in casa Milan, dopo la vittoria sulla Lazio, seguita a un punto nelle precedenti quattro partite. La squadra di Inzaghi non merita forse di perdere, ma è punita dagli episodi. Decisivo il calcio di rigore trasformato da Kessie, mentre i biancocelesti protestano per la mancata concessione di un penalty per un intervento di Rodriguez su Milinkovic Savic nel finale. Il Milan respinge così, almeno per ora, l’assalto degli inseguitori interrompendo l’emorragia di risultati. La Lazio invece rallenta ancora una volta e mercoledì è condannata a vincere il recupero all’Olimpico contro l’Udinese, altrimenti addio sogni di gloria.Tiene banco nel convulso finale il festeggiamento fuori lugo di Kessie e Bakayoko che esibiscono come un trofeo sotto la curva sud la maglia di Acerbi. Un gesto condannato da tutti, fino alle scuse dei due protagonisti via social, ma stranamente giustificato in un confuso comunicato ufficiale del Milan.E questo è l’aspetto peggiore dell’intera vicenda. C’era una volta il Milan, verrebbe da dire. Ma sarebbe anche interessante sapere chi ha steso il comunicato: il presidente Scaroni, Leonardo, Paolo Maldini o il responsabile della comunicazione rossonera Fabio Guadagnini ? Come si dice dalle mie parti, in Veneto: “Peso el tacòn del sbrego”, cioè peggio la toppa del buco. Una società seria avrebbe dovuto chiedere scusa ad Acerbi e alla Lazio per questo sfregio e multare i due giocatori rossoneri. Il fair play non è un optional da usare solo quando fa comodo.Tanto di cappello invece a Gattuso, che non è ancora un grande allenatore (ma gli auguriamo di diventarlo presto), però è già un eccellente comunicatore. Rino non cerca mai scuse, non dà mai la colpa delle sconfitte agli arbitri, è sempre lucido nell’analisi della partita. E in questo caso è lucidissimo nel condannare Kessie e Bakayoko senza se e senza ma. Se fosse dipeso da lui, sono certo che non avrebbe mai scritto quell’infelice comunicato.La Roma rimane incollata al Milan battendo l’Udinese con il primo gol all’Olimpico in questo campionato di Dzeko, il grande “desaparecido” di questa stagione. Ranieri sta disperatamente cercando di dare solidità a una squadra indecifrabile, capace di tutto, nel bene come nel male. E il fatto che non incassi gol da due partite sembra un buon indizio. Lo spartiacque della stagione romanista è però la sfida di sabato sera a San Siro contro l’Inter. Se passerà indenne la prova del nove, nelle ultime cinque giornate la Roma ha il calendario migliore di tutte le pretendenti alla Champions e l’assalto al Milan può diventare realtà.Perde colpi l’Atalanta, fermata in casa dall’Empoli. La squadra di Gasperini ha poco da rimproverarsi: ha prodotto una quantità industriale di palle gol, ma ha trovato sulla sua strada un insuperabile Dragovsky, che ha parato tutto il parabile e forse qualcosa di più. Gli orobici restano comunque in corsa per ogni traguardo, ma hanno un calendario più complicato di quello delle concorrenti.In zona Europa rallenta il Torino, fermato dal Cagliari, mentre torna in corsa la Sampdoria, che vince piuttosto nettamente il derby della Lanterna.La salvezza è sempre più un rebus e soltanto Sassuolo e Cagliari sembrano tranquille. Per tutte le altre ci sarà da combattere e da soffrire fino all’ultima giornata.
