CHE DIO PERDONI IL GRAFICO CHE HA ‘PHOTOSHOPPATO’ GIORGIA MELONI
C’è, nell’universo 5 Stelle, una certa agitazione delle ultime ore per via dell’ultima copertina dell’Espresso che esibisce una Virginia Raggi bruttarella, la pelle del viso un po’ stiracchiata, un’espressione vagamente mefistofelica, insomma, una Raggi che non è passata dall’estetista poco prima dello scatto, forse anche aggravato dall’aumento del contrasto in bianco e nero. Ora, Virginia Raggi è una donna abbastanza graziosa e certo quella foto non ce la presenta al meglio. E questo basta per far sì che molti militanti 5 Stelle, come al solito, gridino al complotto grafico. Vorrei dire un paio di cosette. La prima è che i 5 Stelle, e i politici in generale, devono ficcarsi nella zucca una volta per tutte che i giornali in un Paese libero pubblicano il cavolo che vogliono. Ma c’è una seconda riflessione che li inviterei a considerare. Il mercato dell’immagine politica è la fiera del photoshop quotidiano. I politici, e non solo i politici, naturalmente, diffondono fotografie truccate fino alla cima dei capelli, mai che emergesse un brufoletto o una rughetta fuori posto. Quando partecipano ai talk show si fanno un bel giro col truccatore in camerino prima di offrirsi alle telecamere e si mostrano sempre lindi e pinti. Oggi, tornando a Roma, guidavo sulla via Salaria accolto da una galleria di manifesti elettorali di Giorgia Meloni che sembra Uma Thurman, che dio perdoni il grafico che l’ha photoshoppata. Sono sicuro che se andiamo a ripescare i manifesti della Raggi per le comunali del 2016 ci troveremmo davanti capolavori del Botticelli. Quindi. Se per una volta la ruota gira al contrario non rompete.
