CHI SCAPPA DALLA GUERRA È NOSTRO FRATELLO, PROPRIO COME DICEVA SALVINI

CHI SCAPPA DALLA GUERRA È NOSTRO FRATELLO,  PROPRIO COME DICEVA SALVINI

“Chi scappa dalla guerra è mio fratello, chi viene a spacciare se ne torna a casa”.Così parlava Matteo Salvini, nel novembre del 2018. E oggi, che in Libia c’è la guerra, lo stesso Salvini, che nel frattempo è diventato ministro dell’interno, dirama una circolare che arriva anche alle forze armate (facendo incazzare tutti, dalla ministra della difesa Trenta ai vertici militari, che vedono la sua come un’ingerenza da dittatura sudamericana) ribadendo di voler mantenere i porti chiusi e chiedendo di pattugliare il mare (per respingere “gli invasori”, ovviamente).Quella in foto è la Libia, oggi. Ecco, quella è gente che scappa dalla guerra.Sono persone che scappano da quei lager che noi paghiamo per torturarli, stuprarli, lasciarli a morire di fame.Sono migranti, ma anche libici.Tecnicamente, ma anche praticamente, sono tutti profughi. Stai lasciando morire in mare e in Libia quelli che, fino a pochi mesi fa, chiamavi “fratelli”, Matte’.E li stai condannando a morte, quei “fratelli”, per un pugno di voti idioti. Sei il primo ministro dell’interno della storia della nostra Repubblica che contravviene espressamente alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati.Come mostri sono tutti quelli che ti lasciano fare questo senza muovere un dito, o addirittura applaudendoti.