DIRETTIVA SALVINI: UN PREFETTO AL POSTO DEL SINDACO E LA SICUREZZA E’ SERVITA.
A volte il populismo reiterato, continuato, sebbene non costituisca reato, potrebbe giungere a configurare,se non arginato, quasi una manifestazione rasentante la patologia. E’ il caso dell’ ultima trovata dal tenore letterale roboante, del Ministro dell’interno. Una “direttiva” rivolta ai prefetti con cui si potenzia il loro ruolo e li si nomina di fatto e sul campo ” tutori” dei sindaci ” negligenti e molli ” nel perseguimento dell’ordine e della sicurezza nelle citta’. ” Ci penseranno i prefetti che, sostituendosi ai primi cittadini tutte le volte che ne ravviseranno l’opportunità, potranno firmare ordinanze antidegrado per tenere lontani spacciatori, ladri, scippatori, abusivi ( basta solo una denuncia) dalle cosiddette zone rosse, i centri storici, le piazze più frequentate, i luoghi turistici e le aree vicine a scuole e università”( cfr. Nextquotidiano. it). L’impianto, ove fosse cosi’ strutturato, come le indiscrezioni giornalistiche lascerebbero presagire, si inserirebbe benissimo quale ovvio seguito del celeberrimo ” decreto sicurezza” . Non sara’ certo sfuggito che nel Decreto e’ prevista addirittura la reintroduzione del reato di “blocco stradale” prima sanzionato come mero illecito amministrativo e che, invece, con la nuova previsione normativa, viene punito con pene da uno a sei anni. Lo scopo, ovviamente, e’ quello di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico ad ogni costo, anche ove gli strumenti per garantirli stridono con il diritto, costituzionalmente tutelato, di manifestare. La previsione ultima del Ministro, riguardante la direttiva da inviare ai prefetti, sin dal suo venire alla luce ha fatto sollevare un vespaio di dubbi e polemiche, soprattutto in previsione delle storture o degli arbitri che ne sarebbero potuti derivare. Come in un ragionamento atto a seguire un percorso logico la ” direttiva del ministero dell’interno”, infatti, si muove nel solco repressivo, esautorando, di fatto, il potere e le funzioni dei sindaci. Forse il Ministro dimentica, in questo delirio preelettorale che pare colpire senza distinzione alcuna, tanto le forze governative, quanto le cinguettanti opposizioni, che il prefetto in tema di ordine e sicurezza pubblica ha un ruolo sussidiario rispetto all’organo locale che vi e’ preposto: il sindaco. E tale competenza non e’ frutto di latrocinio amministrativo, del tipo Roma ladrona, ma e’ una investitura scaturente direttamente dalla legge. Una legge ordinaria dello Stato che la Consulta, ad oggi, non ha dichiarato incostituzionale e che, pertanto, e’ vigente, non derogabile , per il principio della gerarchia delle fonti, da una norma sottordinata, addirittura non rientrante nel novero gerarchico quale una ” direttiva ministeriale” Secondo il nostro ordinamento, il sindaco ha una doppia figura: è capo dell’amministrazione comunale ed ufficiale del governo. L’art. 1 del regio decreto n. 733 del 1931 denominato Testo Unico di pubblica sicurezza stabilisce che il sindacoè anche autorità locale di pubblica sicurezza. “L’art. 6 del d.l 92 del 2008 modificando l’art. 54 del dlgs 267 del 2000 (TUEL – Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali) ha ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale.Al riguardo, il sindaco sovrintende alle seguenti attività:• emanazione di atti in materia di ordine e sicurezza pubblica;• svolgimento di funzioni in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria;• vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto.Oltre a ciò, l’art. 54 TUEL attribuisce ora importanti potestà al sindaco–ufficiale del governo che adotta provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica o la sicurezza urbana.”(cfr. Wikipedia) Proprio la previsione di cui all’ art’54 del Testo unico degli Enti Locali in combinato con il decreto ministeriale del 2008 ha ampliato il potere di intervento del sindaco che, in qualita’ di Ufficiale di Governo agisce in materia di sicurezza e incolumita’ pubblica. La norma prevede un intervento del primo cittadino in funzione di Ufficiale di Governo per prevenire e contrastare:a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcool;b) le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscano la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana;c) l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni indicate ai punti a) e b);d) le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;e) i comportamenti che, come la prostituzione su strada o l’accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici o la funzione cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l’accesso ad essi.( Art. 54 TUEL). Il Prefetto rappresenta, invece, l’anello di congiunzione fra lo Stato e le autonomie locali. “Egli dipende gerarchicamente dal ministro dell’Interno, ma il Presidente del Consiglio dei ministri e gli altri ministri, nell’esercizio del potere di indirizzo politico-amministrativo, possono emanare apposite direttive ai prefetti( Wikipedia) Secondo l’art. 54 del Testo unico dell’ordinamento degli enti locali, il prefetto puo’ adottare provvedimenti contingibili e urgenti ,in caso di urgenza o grave necessità pubblica, se indispensabili per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica per scongiurare situazioni di pericolo, quando non vi provveda il sindaco. L’ordinamento giuridico italiano ha conferito al Prefetto detti poteri, ma li ha subordinati ad una condizione imprescindibile: la previa negligente apatia del sindaco. Ora, il testo della direttiva partorita dal ministero dell’Interno, prevederebbe la possibilità per i prefetti di emanare delle ordinanze per proteggere le cosiddette zone rosse delle città da “persone dedite ad attività illegali”, attraverso strumenti “di natura straordinaria, di necessità e urgente”, considerati “un prezioso ausilio alle politiche locali in atto”. (Cfr. La Stampa). La decisione fatta passare come innovativa, in realta’ rispolvera una normativa esistente e allo stato operantte. La notizia ha sollevato critiche fra le opposizioni che fanno notare un mutamento di rotta del Ministro rispetto a quando, segretario della Lega, riteneva i prefetti figura intermedia inutile, e mugugni soprattutto fra gli alleati di governo che mal digeriscono le esternazioni pro domo sua dello scomodo compagno di avventura multi _ ruolo. Luigi Di Maio rilasciando una dichiarazione all’Ansa, avrebbe criticato la direttiva emessa dal ministro dell’Interno. Secondo il vicepremier 5 Stelle, verrebbero dati, in alcuni casi, “più poteri ai prefetti che ai sindaci Io sono dell’opinione che chi governa lo scelgono i cittadini. È l’abc della democrazia.” ( cfr. La Stampa) Repressione e’ la parola d’ ordine che sembra acquisire di giorno in giorno maggiore peso. Quando si assottigliano le risorse dei comuni che con il pareggio di bilancio debbono fare i conti coi dissesti , tagliare le spese e barcamenarsi per garantire i servizi, sara’ sempre più difficile fare prevenzione sui territori. Eppure basterebbe fare prevenzione, investire risorse in concorsi per incrementare il numero di agenti, modernizzare le loro dotazioni, dare alla giustizia il crisma della effettivita’ e della certezza della pena, per ristabilire l’ordine e la sicurezza sociale. Ancora una volta la decisione del Ministro da’ adito a correnti contrapposte di pensiero. Chi lo osanna vede in essa la via maestra per giungere a una pacificazione sociale, senza piu’ tensioni o delinquenza di sorta. Chi, invece, nutre seri dubbi sulla portata innovativa dell’intervento ministeriale lo critica e fa notare che un popolo stanco, spaventato rischia di non tenere piu’ in conto gli organi elettivi e di cancellare l’importanza stessa del voto. Paventa l’ipotesi che un popolo rassegnato e stanco potrebbe giungere a chiedere a gran voce sicurezza, stabilita’ e un uomo forte atto a garantirle, a qualsiasi costo, facendo risorgere, cosi’ dalle ceneri della Storia, persino il podesta’.
