FIORENTINA NEL CAOS PIU’ TOTALE: PIOLI SE NE VA SBATTENDO LA PORTA

FIORENTINA NEL CAOS PIU’ TOTALE: PIOLI SE NE VA SBATTENDO LA PORTA

Se non avete ben chiaro il significato della parola “caos” potete farvene un’idea precisa seguendo gli ultimi due giorni della gloriosa società Fiorentina calcio. Nell’ordine: sconfitta casalinga col Frosinone nell’indifferenza apparente della dirigenza; poi in serata invece comunicato fumosissimo della stessa dirigenza con richiamo “alle armi”; lunedì uscita pubblica dell’allenatore con grandi sorrisi; però in serata altro comunicato della società in cui viene inserito un capoverso-perla: “La società inoltre chiede al tecnico Pioli di gestire questo momento con la competenza e la serietà che ha dimostrato nella prima parte del Campionato” (che sarebbe a dire? A metà stagione il buon Stefano ha cominciato a fare uso di droghe sintetiche? O è andato a fare regolarmente serata negli strip-club? Mah…); e infine pochi minuti fa la fuga dal centro sportivo dello stesso Pioli su macchina privata, caricando armi e bagagli, e lasciando sul tavolo la lettera di dimissioni. E vai. Non si sarebbe potuto fare di meglio neanche facendosi scrivere la sceneggiatura da David Mamet. Dell’inadeguatezza della società gestita dai fratelli Della Valle abbiamo già scritto tante volte in questi anni, quindi chi ha avuto la bontà di leggere Alga sa che il tutto ci sorprende fino ad un certo punto. E poi in fondo è solo una storia che si ripete sotto altre forme e con altre modalità: però i travagliati addii di Prandelli, Montella e Paulo Sousa a ben guardare erano stati praticamente uguali. Solo che si pensava che un “uomo azienda” quasi eroico come Stefano Pioli avrebbe sopportato stoicamente fino alla fine. Dopotutto la scorsa estate una sola cosa aveva chiesto (sommessamente): “potreste gentilmente tenermi Badelj, che per il mio gioco è proprio necessario? O se no almeno potete comprarmi un regista, anche scarsino ma di ruolo. Va bene anche un regista di filmacci di serie B…”. E invece no, Badelj è stato mandato via per una questione di circa centomila euro sul contratto (cioè l’equivalente degli spiccioli per la merenda nel calcio di serie A) e gli hanno comprato tale Christian Nørgaard, simpatico taglialegna danese del centrocampo, che il gentile Stefano (dopo avergli dato un’occhiata in ritiro) ha impiegato diciamo con parsimonia… E adesso? Che si fa di bello? Si trova un traghettatore (tipo Caronte però, di grande esperienza) o ci si affida al tecnico della primavera Bigica? Propenderemmo per questa seconda ipotesi. Intanto è uno stipendio risparmiato, e si sa quanto i Della Valle siano sensibili a questo lato della questione. E poi in fondo si tratta sostanzialmente di giocare una sola partita vera, la semifinale di coppa con l’Atalanta, o al massimo due se avvenisse quello che al momento attuale appare come un miracolo (e anche di quelli grossi), quindi non un’impresa titanica. Soprattutto considerando che la tifoseria sarà sicuramente ben disposta nei suoi confronti. Cosa che invece non sarà per la proprietà. E’ probabile infatti che dopo questa ennesima figura da “cioccolatai” anche l’ultima enclave di sostenitori dei fratelli marchigiani si ridurrà ai minimi termini, e quindi domenica nella gara con il Bologna l’atmosfera alla stadio sarà frizzantina. Aspettare per credere.