I 20 ANNI DI BERLUSCONI E IL BOOMERANG DELL’IMPEACHMENT PER TRUMP
unedì sera laCnnha presentato una specie dimaratonadicandidatidemocraticiallaCasa Biancain vista delleelezioni del 2020: in cinque hanno avuto un’ora di tempo ciascuno per rispondere alledomandedi molti deglistudenti universitaridel pubblico, soprattutto ragazzi che frequentanoHarvardche ha sponsorizzato l’evento. I candidati presenti erano:Amy Klobuchar, senatrice del Minnesota,Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts,Bernie Sanders,senatore del Vermont,Kamala Harris, senatrice dello SLa prima impressione che ho avuto, dopo aver ascoltato solo una mezz’oretta della maratona, è che tutti e cinque i candidati (ma ce ne sono altri: in tutto sono 18) sono estremamente preparati e rispondono alle domande con destrezza, semplicità, compostezza e senza insultare nessuno. Quando espongono le loro proposte, le giustificano condati realio, quando parlano di ambiente, con lascienza. Non insultano imass mediao chi la pensa diversamente. Lo so, la politica dovrebbe essere questo: uno scambio di idee fatto inmodo civile, senza azzannarsi, o senza fare passare il falso per realtà. Ma dopo due anni e più diDonald Trump, dei suoitweetscritti in maiuscolo, dei suoi insulti, ascoltare persone il cui lavoro è occuparsi dipoliticain modo serio e professionale è stato come ascoltare, dopo tanta musica schifosa, un bel pezzo di musica classica.tato della California, ePeter Buttigieg, giovane sindaco di South Band in Indiana. Mi è anche piaciuto molto il fatto che su cinque candidati, tre fosserodonne. È vero che bisognerebbe votare per il candidato migliore, indipendentemente dal genere. Ma devo ammettere che l’idea di essere rappresentata da una donna mi gaserebbe moltissimo, perché significherebbe che finalmente anch’io, le mie due figlie e tutte le ragazze possiamo aspirare a ottenere quello che vogliamo. Uno dei due candidati maschi, Peter Buttigieg, è inveceapertamente gay, felicemente sposato con il suo compagno, e anche il fatto di poter essere rappresentata da unaminoranzache ha ancora tanta strada da fare per raggiungere l’uguaglianza non sarebbe male. Solo pensare alla faccia schifata che farebbe l’attuale vicepresidente americanoMike Pencese dovesse vincere Buttigieg mi fa pensare che forse vale la pena votarlo. E poi c’era anche il grande Bernie, quasi 80enne, che ha appena consegnato ladichiarazione dei redditidegli ultimi 10anni, da cui è venuto fuori che è un milionario. Alla domanda: «Adesso come facciamo a credere che stai dalla parte della classe media?», ha risposto in modo geniale. Senza battere ciglio ha detto, con un sorriso un po’ storto: «Credi che dopo 40 anni che sto dalla parte della giustizia, adesso io possa cambiare idea? L’unica cosa bella del fatto di avere soldi è che non mi devo preoccupare, come facevano i miei genitori e come fanno ancora tanti cittadini, se pagare prima la bolletta del gas o della luce. Nessuno dovrebbe andare a letto con certe preoccupazioni!». Ma a parte queste differenze di genere, di orientamento sessuale o di età, i candidati sembrano pensarla più o meno allo stesso modo su molti temi della politica attuale: combattere ladisuguaglianza economica,sociale,razzialeedi genereche ancora domina in questa strana nazione, occuparsi il più possibile dell’ambiente, regolare letasse, combattere una volta per tutte le leggi che permettono dicomprare armi da combattimento, aiutare lefamiglie, sostenere lasanità pubblica, creare piùlavoro. Seppur con piccole differenze, il messaggio è lo stesso. È interessante notare come questi temi, che rappresentavano la piattaforma di Sanders durante le elezioni del 2016, fossero allora consideratirivoluzionarie impossibili da realizzare, e come invece orami siano diventati,all’interno del Partito democratico,mainstream. C’è solo un tema che non li trova tutti d’accordo: quante risorse e energie utilizzare, prima delle elezioni, per l’impeachment di Trump. Alcuni di loro (specialmente Elizabeth Warren) esigono che il Congresso parta daldossier Muellere faccia il possibile per arrivare alla messa in stato d’accusa del presidente. Altri candidati seguono invece la linea attuale dei vertici del partito e, come Sanders, che pure vorrebbe che le indagini andassero avanti, sono convinti che ilCongressodovrebbe dare priorità atemi più impellenti, come la sanità pubblica, l’aiuto per le famiglie bisognose, l’immigrazione. Anche perché, è il ragionamento, concentrare il dibattito sempre e solo su Trump potrebbe finire per favorirlo. Diventerebbe lapovera vittimache i democratici vogliono attaccare a tutti i costi. Non ho ancora deciso, personalmente, chi dei due gruppi ha ragione: certo è che se Trump ha violato le regole, bisogna far passare il messaggio, chiaro e deciso, che né lui né nessuno è al di sopra della legge e che anche lui, come tutti, deve rendere atto delle sue azioni. Poi però mi vengono in mente glianni di Berlusconi in Italia, in cui la sinistra, giustamente, ha cercato in tutti i modi di incastrarlo, mettendo in secondo piano i veri problemi del Paese e dandogli, alla fine, più potere. Fortunatamente manca ancora un anno e mezzo dalle elezioni del 2020, molte cose da qui ad allora saranno diverse e avremo la possibilità di prenderci il tempo dovuto per decidere.
