IL SENSO DELLA COLPA

Prato non si è macchiata di una colpa, non ha offeso niente che non lo fosse già stato.Pochi avrebbero potuto pensare che una città come la nostra avrebbe dimenticatoE pochi di sicuro avranno qualche senso di colpa per quanto avvenuto in quella piazzaEppure, anche se niente fosse accaduto, anche se nessun cartello o grido si fosse levato, in questo 25/Aprile, il disagio, il malessere profondo non sarebbe stato affatto impalpabile.In più di uno, anche fra quanti si sono trovati al fianco del Prefetto, mostravano in cuor loro un certo rammarico, un profondo dispiacere per una offesa ricevuta.Un’offesa certo non rammendabile nella prima grande uscita pubblica dai giorni che così tanto hanno umiliato una città e la sua storia profondamente, intimamente legata ai valori costituzionale. Si perché poco più di un mese fa di offese ce ne sono state tante, quelle si gravi, non comprensibili, non accettabili.Tutte avvenute nell’assoluta distrazione dell’evidenza dei fatti.Così quando è partita la pioggia di fischi all’indirizzo del prefetto, durante la cerimonia ufficiale per il 74esimo anniversario del 25 aprile, anche i più rispettosi delle istituzioni hanno pensato che in verità, in quella protesta inusuale, poco consona, in altre occasioni non accettabile, si celasse la verità. Si perché quella reazione è stata la naturale conseguenza della decisione del prefetto di autorizzare la manifestazione nazionale di Forza Nuova per lo scorso 23 marzo. Si, perché anche a non voler credere a quanto quel manifesto diceva, anche a non aver voluto ascoltare l’editto di Fiore che lanciava proclami d’invasione, anche a non voler credere alle voci preoccupate che si levavano indistintamente da tutta la città, la colpa è parsa davvero imperdonabile.Ecco dunque che quanto non sarebbe stato compreso ed accettato in altri contesti, oggi invece è diventato occasione per una condivisione di campoEcco che “macchiare” una festa così bella con delle proteste non è sembrato affatto motivi per dei distinguo.Non é parso un peccato.E non può essere diversamente per quanti ancora credono che l’obbedienza cieca e totale possa essere considerata virtù Piuttosto è stata la ratifica di una lontananza che non trova riscontro nella storia recente di PratoUna distanza che una grande città con radici salde e profonde come la nostra non può permettersi di accettareEd è stato questo l’unico motivo di rammarico per quella che è stata la festa di tutti i pratesi.Una Festa che mai come in questa occasione, ha visto una così grande partecipazione in termini di persone e di sentimenti.Una Festa che ha coinvolto i tanti, tantissimi pratesi che hanno preso parte a quella grande manifestazione che ha voluto ricordare la Liberazione dalla barbarie e l’orgoglio verso la Memoria di quanti ci hanno permesso di vivere in quella ch’è una repubblica che vuol dirsi democratica