LE “PERIPEZIE” DI BRUMOTTI PER STRISCIA LA NOTIZIA

Ieri ho rivisto Striscia la Notizia, anzi un servizio di Striscia la Notizia: Brumotti.Brumotti è un tipo barbuto, del genere bello, piacione, che era bravo afare spettacolo con la bicicletta, per questo preso a fare l’inviato in un non-telegiornale, che però si definisce tg-satirico.E che cosa fa di satirico il Brumotti? Va a rompere le balle agli spacciatori.Ieri era a Padova, un giorno di pioggia e strade bagnate. Si presenta alla stazione, vengono inquadrati alcuni ragazzi neri, Brumotti dice eccoli lì, ancora stanno lì, il che fa supporre che sia già andato almeno una volta, il Brumotti, a dire agli spacciatori di andarsene, e questi non l’hanno ascoltato e sono ancora lì.Guardàteli, dice, e poi: «Si può parlare di mafia nigeriana».Chi lo dice? Lui: Brumotti, semplicemente guardandoli.Le immagini riprendono il presunto spaccio – no, non essendo poliziotto né carabiniere né finanziere non ha trovato la roba, non l’ha fatta analizzare, non ha chiesto i documenti, no: ha visto dei ne*ri e ha sentenziato mafia nigeriana e bamba.E cosa fa? Si mette a rincorrere un ragazzo che scappa a piedi. Uno a piedi, corre; lui, in bicicletta, dietro. Prendendolo per il culo: «Ehi, attento che si scivola». «Ma perché spacci?», cose così, «Corri, corri». La scena era surreale: uno in bici rincorre uno a piedi, sotto un cielo con rimasugli viola, fu plumbeo e adesso è l’ora blu, le strade del centro di Padova bagnate, rischianti entrambi il capitombolo, servizio in onda il giorno di Pasquetta alle otto di sera sul secondo canale nazionale.«Non mi rompere i coglioni», urlava l’altro, ancora calmo, perché l’istinto di tirare una testata, al Brumotti, ce l’ha, penso, chiunque sia rimasto di appena normale in questo strano Paese nostro. Siamo in minoranza, certo, infatti il Brumotti fa così: provoca, e riceve botte, le documenta, finisce sui tg non-satirici e sui giornali spesso con le labbra spaccate, il viso livido, e questo contribuisce ad alimentare la catena delle stronzate cui uno vuole credere: Eh, in Italia nessuno va in galera; Eh, in Italia ti arrestano per uno scontrino ma nessuno fa niente per lo spaccio; Eh, in Italia comandano loro; Eh, se gli dici qualcosa ti picchiano pure.Così nove su dieci tifano Brumotti che insegue uno di colore, in bici contro i piedi, prendendolo per il culo e urlandogli addosso domande più che retoriche assurde: «Perché spacci?» fatta da un assistente sociale in uno studio è una cosa; fatta da Brumotti sui cavalcavia di Padova ad uso telecamere è una gogna indegna, una lapidazione senza pietra, un inqualificabile gesto neppure inutile ma dannoso, fondamentale alimento per l’insaziabile stomaco del mostro italiano.Così si riduce un problema complesso come la droga: a un pezzo della realtà dove un uomo potente con la telecamera, il Bene, insegue il Colpevole e lo neutralizza facendogli venire il fiatone per una decina di minuti.Quindi fine: Brumotti fa due gesti con la bicicletta, lì attorno applaudono le acrobazie, da Padova è tutto, Brumotti per Striscia, in studio applausi finti.