LIBIA TERRA DI NESSUNO, TERRA DI BARBARIE
Mentre Salvini dice il contrario dall’Europa vengono conformate le notizie che ricordano che la Libia non è affatto da considerare un porto sicuro.Applicando la norma di diritto internazionale dunque le imbarcazioni che traggono in salvo i naufraghi, non devono attraccare o cercare riparo in Libia.Ancora più precisamente la Commissione Ue ricorda che imbarcazioni che battono bandiera Ue non hanno il permesso di fare sbarchi in Libia.Solo ieri la Libia ed il tratto di mare che la bagnano erano stati considerati come vere zone dove si sta perpetrando un vero e proprio Olocausto di portata inimmaginabile. Ed il racconto delle storie dei migranti rinchiusi nei lager non sono singoli episodo ma una sequenza infinita di storie che si confermano a vicenda. Storie di persone sequestrate a scopo di estorsione, vittime di sevizie e abomini.La cosiddetta “polizia che arresta” è in realtà il travestimento di gang armate, bande di strada, che popolano gli incubi dei sopravvissuti anche ad anni di distanza. Ci sono poi gli arabi che “liberano i subsahariani per assumerli” e che invece, nella realtà, li riducono in schiavitù. Gli “uomini che si imbarcano” diventano così bestie, minacciate e pestate, seviziate, violentate, costrette a salire sui barconipericolanti in partenza dalla bocca dell’inferno verso un destino oscuro ma che almeno offre la speranza di una via d’uscita. Si, perché partenza ed arrivano proseguono, magari con imbarcazioni più piccole. Fatti di cui nessuno racconta per timore reverenziale nei confronti dei nuovi potenti ma che ad esempio la gente di Lampedusa può tranquillamente confermare. E con le partenze questi fantasmi continuano a morire nelle acque del nostro mare. Migliaia di morti nel Mediterraneo, migliaia e migliaia di violazioni dei diritti umani nei lager, sotto gli occhi dell’Occidente, mentre i potenti del nostro Paese, del mondo fanno a gara a nascondere quelle verità che ricadono su tutti noi
