MAGGIORANZA “CASTRATA” SUL VOTO PER LA CASTRAZIONE CHIMICA

MAGGIORANZA “CASTRATA” SUL VOTO PER LA CASTRAZIONE CHIMICA

Codice Rosso è un insieme di norme tese ad accelerare il corso della giustizia nei casi di violenza, maltrattamenti, abusi sessuali, atti persecutori. Dopo le pastrocchie sull’ introduzione del reato di revenge porn, la conseguente bagarre in aula dopo la bocciatura dell’emendamento Boldrini e, infine, il raggiungimento della quadratura del cerchio con l’approvazione ieri del reato penale, oggi è stata la volta della discussione in aula in merito alla “ castrazione chimica” di colui che viene definito “ sex offender”. La castrazione chimica è un tipo di castrazione ( cioè un intervento volto ad interferire con la funzionalità sessuale), solitamente non definitiva, che porta alla riduzione della libido, della pulsione e della funzionalità sessuale operata grazie all’uso di opportuni farmaci(generalmente farmaci che agiscono a livello ormonale o psicofarmaci .( cfr Wikipedia) In un momento storico in cui la violenza sulle donne conosce un crescendo pericoloso, si è pensato di arginare questa deriva con un atteggiamento fortemente repressivo. Proposto da Fratelli d’Italia un ordine del giorno da discutere in merito al Codice Rosso avente, proprio, per oggetto la “ castrazione chimica” di coloro che si macchiano degli efferati delitti sessuali. Da giorni si era consapevoli che il voto a favore non sarebbe stato scontato. Perplessità e dubbi, di natura etica, medica e squisitamente giudiziale, collidendo il metodo con le finalità rieducative e riabilitative della pena, serpeggiavano fra i parlamentari. Da una parte Lega e Fratelli d’Italia, dall’altra il resto del Parlamento. E così oggi è andata di scena la ripetizione delle giornate precedenti, con voti contrari e dichiarazioni successive al vetriolo fra le varie forze politiche. L’emendamento proposto da Fratelli d’Italia concernente l’introduzione della possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali, ha incontrato il sostegno, non senza qualche perplessità, della sola Lega. Con 383 voti contrari, inclusi quelli del Movimento Cinque Stelle, di Forza Italia che hanno votato compatti con il PD , l’ emendamento è stato bocciato. Solo 126 voti, quelli della Lega e di Fratelli d’Italia a sostegno di una proposta che periodicamente ricompare sulla scena ma che non incontra, in realtà, un unanime consenso. La Lega sarebbe rimasta sconcertata dal voto contrario del M5S in conformità, e questo costituirebbe uno scandalo, al voto di Fi e del Pd. Il M5s ha replicato “Il Movimento 5 Stelle è rimasto coerente: per noi la castrazione chimica non può essere una soluzione”. (cfr. Rainews) L’uomo non è un animale. L’atto sessuale non è solo una pulsione fisiologica, è il coinvolgimento anche della sfera biologica e psicologica. E il cosiddetto sex offender, lo stupratore, il violentatore seriale, quello non rieducabile attraverso il normale percorso del carcere, delle terapie psicologiche, non ubbidisce al solo richiamo dell’appetito bestiale, quello che sarebbe inibito, appunto, con la castrazione chimica. Lo stupro, secondo studi psicologici moderni e validi, non è solo ed esclusivamente il soddisfacimento di un moto erotico e fisico, spesso è il più subdolo esercizio atavico della sopraffazione psicologica, del dominio, del senso di onnipotenza che scaturisce dal possesso di un corpo impaurito, spaventato, in balia delle angherie altrui. Così l’umiliazione della vittima diviene forza, coraggio, motivo di orgoglio. Come può, quindi, la castrazione chimica che consiste nella somministrazione di farmaci a base di ormoni che inibiscono la produzione di testosterone, avere una efficacia, totale e perenne? Il Professore Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di urologia e professore di Urologia alla Federico II di Napoli ritiene che la castrazione chimica per fronteggiare il pericolo del sex offender, là dove il carcere non basta, non sia in alcun modo idonea e risolutiva. “Sfatiamo però un mito – aggiunge il professor Andrea Salonia, urologo e andrologo, esperto di medicina sessuale all’ospedale San Raffaele di Milano – e cioè che i violentatori e i pedofili abbiano un livello di testosterone più alto dei soggetti che hanno una normale sessualità. Non è così: non è dal livello di ormone maschile che si può capire se un uomo diventerà un sex offender” ( cfr. Corriere della Sera) Ben altri debbono essere i rimedi adottabili in merito alla problematica. Essi devono coinvolgere la cultura, l’educazione, la crescita delle nuove generazioni e il rispetto. Essi devono basarsi su norme chiare, di facile ed immediata applicazione, sulla certezza della pena come deterrente alla commissione dei reati, su organici giudiziari e investigativi preparati e numericamente congrui ed efficienti. Trattasi di rimedi di merito e metodo. Ma è molto più semplice, più efficace e più produttivo in termini di ritorno elettorale imminente offrire effimere soluzioni populistiche che riducono sempre di più l’agone politico a tifo da stadio.