OLGA NASSIS, UNA “ITALIANA” CANDIDATA DI SYRIZA
L’intervista di Spyros Rapanakis è stata pubblicata nel quotidiano diSYRIZA “Avgi”, domenica 21 aprile 2019.Per Olga Nassis, che divide la sua vita tra la Grecia e l’Italia e ha sentito sulla sua pelle la crescita di Salvini, la scommessa più grande delle elezioni europee è quella che prevalga “un potente fronte progressista in Europa per bloccare i piani delle forze reazionarie” .Ed è determinata a dare battaglia per la riprogettazione dell’architettura europea, “lasciare l’Europa dei numeri e passare all’Europa dei popoli”. * Quale è la posta in gioco, mentre ci avviciniamo alle elezioni europee del 26 maggio?Queste elezioni europee sono le più importanti degli ultimi anni. L’Europa neoliberista non solo ha ridotto la democrazia e ha aumentato le disuguaglianze, ma non è riuscita a superare la crisi del 2008. L’Europa di oggi ricorda fortemente il periodo tra le due guerre, con l’avvento del nazismo e del fascismo. Da un lato abbiamo la creazione dell’Internazionale Nera, con l’Europa al centro, e la seria possibilità di allineare i partiti di destra al Parlamento europeo di un’alleanza dei partiti di estrema destra nel Parlamento europeo per creare una forte minoranza. Dall’altro lato la destra del Partito popolare europeo e i suoi alleati non vogliono capire che è neoliberismo quello che alimenta il sorgere di un nuovo fascismo. Solo un forte fronte progressista in Europa può ostacolare i piani delle forze reazionarie. * Qual è l’obiettivo dell’Alleanza progressista? Può la sinistra e la sua collaborazione con le forze progressiste formare una maggioranza nel prossimo Parlamento europeo?L’obiettivo dell’Alleanza progressista in Europa è arrestare il nuovo fascismo, liberare l’Unione europea dalle politiche di austerità che continuano a dominare il panorama europeo e la lotta contro i cambiamenti climatici. La situazione politica europea non è affatto incoraggiante, ma forse è per questo che è necessario più che mai che la sinistra collabori su punti in comune con altre forze progressiste per non trovarci in scenari da incubo. La crescita dei Verdi e la crescita delle forze progressiste che abbandonano il modello neoliberista mostra che l’iniziativa della sinistra europea ha terreno fertile. Il piano può avere successo e cambiare l’asse del Parlamento europeo in una direzione più progressista. Dopo le elezioni europee ci sarò l’opportunità di sviluppare una strategia comune. * Come può cambiare l’Europa per non ripetere gli errori drammatici del passato?Senza la democratizzazione del quadro istituzionale dell’Unione europea e lo sradicamento del neoliberismo, la convergenza europea e l’Europa democratica saranno una “lettera vuota”. La riprogettazione dell’architettura europea è necessaria per uscire dall’Europa dei numeri e passare all’Europa dei popoli. I primi passi possono guardare una politica fiscale comune, un cambiamento nella legislazione europea, il controllo democratico della BCE, il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, l’aumento del bilancio pubblico dell’Eurozona orientato socialmente, ma anche la necessità di ridurre l’orario di lavoro a livello europeo con l’aumento simultaneo del salari. Un’Europa che funziona per ridistribuire risorse a favore dei tanti. * Nel campo opposto vediamo che ci sono movimenti di coordinamento tra le forze di destra e di estrema destra. Il ruolo principale in questa commedia è interpretato da Le Pen e Salvini, con l’Italia al centro di questi sviluppi. È preoccupata dalla prospettiva della creazione di una “Internazionale Nera”? Qual è la risposta delle forze progressiste?La destra italiana non è molto diversa, numericamente, dai quella dell’era Berlusconi. Ciò che è cambiato è la leadership e la forma organizzativa, che è diventata più “fluida”, ma molto più aggressiva. L’ideologia è stata radicalizzata, in particolare nel campo della cultura, che, in vari aspetti, ha caratteristiche di una specie di proto-nazismo.In Europa, queste forze di estrema destra – per la seconda volta la destra europea sta partendo dall’Italia – sono minoritarie nei paesi avanzati, ma potenti in paesi senza una tradizione democratica (e con tradizioni antisemite) come l’Ungheria o la Polonia, che è difficile confluire con l’egemonia, in questo stesso spazio, con la posizione di Salvini.La connessione è stabile solo tra i vari gruppi nazisti, che, tuttavia, solo occasionalmente e in aree limitate sono in grado di egemonizzare.La sinistra politica, il Partito democratico, la Sinistra e forse una parte del Movimento Cinque Stelle, semplicemente capisce la gravità della situazione, ma non ha una strategia per affrontare il fenomeno. Per molti anni, il Partito democratico si è spostato sempre più a destra, fino a quando le sue politiche economiche e sociali hanno coinciso sostanzialmente con quelle di Berlusconi. Le formazioni di sinistra non hanno mai veramente cercato di unirsi e di espandersi con un linguaggio adatto al di fuori dei loro ghetti. Il M5S, dalle sue iniziali posizioni progressiste, è scivolato in un governo sotto la direzione razzista della Lega.Tutte queste politiche si sono rivelate non solo errate ma anche distruttive per l’Italia e per coloro che le hanno attuate (Berlusconi, Renzi). Forse ora, dopo i fallimenti, ci sarà un rovesciamento – o anche di più – uno spostamento verso posizioni più di sinistra, responsabili e mature.Nel frattempo, gran parte della società civile sta sistematicamente combattendo (pacifisti, donne, antirazzisti, movimenti antimafia) contro il riemergere del fascismo italiano. Qui, le varie formazioni di sinistra possono avere forza quando decidono di creare delle sintesi. * Avendo un’ottima visione degli sviluppi sociali e politici in Italia, perché pensa che la crisi nel nostro paese vicino “abbia dato alla luce” un governo nazionalista e di estrema destra, mentre in Grecia, che ha affrontato come l’Italia la crisi dei rifugiati, si sono fidati della sinistra?L’Italia ha avuto, dall’inizio del XX secolo, forti minoranze di cultura pre-democratica o antidemocratiche (Mussolini, Berlusconi, Salvini). Nel corso del tempo, hanno assunto forme, ideologie e sfumature diverse, ma non sono mai entrati nell’arco della democrazia.L’élite imprenditoriale ha sempre contribuito almeno in una certa misura a questa situazione. È noto che tutti e tre questi leader non sono partiti dalle aree degradate dell’Italia, ma dalla sua capitale finanziaria, Milano.La cultura fascista, a cui una parte dell’Italia è sempre rimasta fedele e ora tenta di egemonizzare, è quasi impossibile prevalga in Grecia, visto che è fresca la memorai della giunta militare. La cultura della mafia e dell’economia mafiosa che ha attraversato l’Italia fino a Roma e Milano fortunatamente sono assenti o trascurabili in Grecia o in una fase iniziale.La cultura unificante della Grecia non ha mai interrotto il suo rapporto con il popolo e le sue lotte nazionali, a differenza dell’Italia. Infine, la Grecia ha ancora una sinistra attiva e organizzata, mentre in Italia il suo graduale ritiro dalla politica reale dura da molti anni. *Olga Nassis, è nata a Milazzo il 1972, ha studiato Antropologia e ha fatto studi sociolinguistici, ha svolto ricerche sulle minoranze ed è presidente delle Comunità e Confraternita Elleniche in Italia. Di origine greca, con una tradizione familiare fortemente di sinistra è stata per anni in Sinistra Ecologie Libertà per passare poi al Sinistra Italiana. Nelle elezioni europee del 2014 era candidata con “L’Altra Europa con Tsipras”.
