ORA RAFFAELE SI E’ SCOMPENSATO
Raffaele si era sistemato in un vecchio camper, parcheggiato lungo una piccola strada nascosta e pressocché deserta, accostato sotto un antico acquedotto. Viveva nei pressi di una polverosa rotatoria, in Via Lanusei, con le sue poche cose ben ordinate e riposte, qualche borsa, qualche piatto, un paio di bicchieri. A volte si sedeva su una sedia in silenzio e si lasciava scivolare il tempo, forse pensando, forse guardando, forse volando.Qualche giorno fa il camper è improvvisamente scomparso, e con esso le cose di Raffaele, il suo esile consolidato esistenziale. Ora vaga infagottato nel suo giaccone, con il cappuccio impellicciato perennemente sulla testa, lo sguardo dritto davanti a sé, per nulla incline a guardarsi intorno. Non si sa dove si rifugi di notte, forse nel dormitorio della Caritas o forse in qualche angolo segreto. Di giorno continua a girare intorno alla sua stradina, lungo le arcate dell’acquedotto, silenzioso e intristito. Ma quando non c’è nessuno, urla e strepita, inveisce contro non si sa bene chi, anche se si sa bene perché.Perché hanno portato via il suo camper? Perché infierire su Raffaele? Perché privarlo di quel poco che lo teneva in equilibrio e che lo faceva sentire “normale”. Perché una squadretta di vigili urbani, mandata da un sadico mandante comunale, si è accanita così? Per contrastare un innocuo nomadismo? Per un malinteso quanto assassino decoro? Per preservare l’antico acquedotto da improbabili danneggiamenti?Ebbene sì, Raffaele viveva fuori dalle regole, la sua vita era illegale. Ma ora Raffaele si è scompensato. Non so cosa farà ora, se proverà a risistemarsi o se si smarrirà nella sua labilità, o peggio ancora, o speriamo di no ma il rischio c’è.E’ che in questa città infelice succede che per ripristinare un astratto ordine legalitario, si disprezzano sentimenti sofferti e si frantuma la vita di una persona che al contrario andrebbe aiutata. Ed è così che emanare un’ordinanza comunale e inviare un carro-attrezzi scortato da una pattuglia municipale diventa ferocia sociale, crudeltà umana.
