QUOTA CENTO. IMPRESSIONI E DOMANDE
Ieri ho ascoltato – a pezzi, negli spostamenti, anche però per mezzore filate – il dibattito alla Camera sul Decreto quota 100 e reddito di cittadinanza. A titolo mio piccolo, di semplice osservatore però attento e quotidiano, da quasi trent’anni, di *cose politiche*, ho avuto qualche impressione e mi è sorta qualche domanda. 1 – Quasi tutti i deputati violentano la lingua italiana. Non con un approccio barocco o con l’antilingua – cosa di cui si viene a rimpiange addirittura una certa eleganza, che portò Carlo Verdone a inventare il politico “Sempre teso” (qui > https://goo.gl/YjrReB), ma con la scarsità di immagini, di evocazioni, insomma una lingua poco potente, con l’abitudine ormai all’esasperante gergo da talk show. I più arditi azzardano frasi che finiranno nei meme autoprodotti per i social – con toni che Cal Lightman dichiarerebbe senz’appello falsi. 2 – Quanti giovani conoscono Radio Radicale? No, non quanti dei giovani che voi conoscete, ma quanti dei giovani italiani lontani da voi, che non conoscete? 3 – Chi sa che cosa è una politica di destra? Chi sa che cosa è una politica di sinistra? O anche solo, a grandi linee: qual è la differenza tra politiche di destra e politiche di sinistra? 4 – Chiedo tra voi che leggete queste parole, ma anche chiedo chi lo sa tra i deputati. Non è una battuta. 5 – I politici di Fratelli d’Italia e di Forza Italia battono su un punto: che il reddito di cittadinanza non finisca agli autori di reati (“fastidiosi”, specifica il deputato Fdi, e ne elenca una decina almeno, dalla prostituzione (?) allo stupro), però i due non specificano a che cosa si riferiscono: se a un condannato; se a un denunciato; se a uno con il processo in corso, in attesa di quale grado di giudizio; se a un condannato che sta espiando; a un condannato che ha già espiato. Sottintende, questa cultura, che è la cultura della destra spinta, che una persona che sbaglia una volta debba pagare per sempre, che le macchie non si cancellano; idea che è anti-reale, cioè in contrasto con la vita: l’uomo non è mai uguale al sé stesso di un minuto prima, figuriamoci al sé di dieci anni fa. 6 – Secondo un deputato è in arrivo una grande recessione; secondo un altro anche, ma – dice – questo decreto dà gli strumenti, ai deboli, per affrontarla. 7 – Ogni tanto un intervento non c’entra niente con gli altri, e tutto rimane comunque agli atti. 8 – Credo di capire quando uno sa di cosa parla; però ho l’impressione, anche, che chi sa di cosa parla risulti poi meno efficace, alle regole del pubblico attuale, nel potere persuasivo, cioè – di fatto – meno votabile. 9 – Tuttavia, per me, la frase “Se fai così certo che votano Salvini” è una stupidaggine: perché, per non far vincere Salvini, si dovrebbe fare come Salvini? 10 – Radio Radicale non deve morire. Abbiamo l’immensa fortuna di poterla ascoltare e di accedere agli archivi, se solo avessimo quella buona volontà di crescere che c’era non troppo tempo fa. Qui la petizione: https://goo.gl/wp8Ya2.
