SALVINI VUOLE UN “TELEFONO ROSSO” CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. MA ESISTE GIÀ
“A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”, recita un famoso aforisma che mi torna spesso in mente quando sento esponenti politici di primo piano parlare di materie che non conoscono e che, nonostante questo, si intestardiscono a voler affrontare senza avere l’adeguata preparazione. È il caso del ministro dell’Interno Matteo Salvini che,dopo aver sciorinato una serie di assurde teorie in materia vaccinaleschierandosi a favore della cancellazione dell’obbligo istituito dalla Legge Lorenzin, ha provato ad affrontare il tema dellaviolenza sulle donnesvelando tutta la propria impreparazione sul tema. “Vogliamo creare un telefono rosso che permetta alle donne di denunciare e di essere ascoltate e protette”, ha annunciato trionfante il ministro Salvini in un’intervista rilasciata al quotidianoLa Nuova Sardegna. E che cos’avrebbe di male questa proposta? Assolutamente nulla, è un’ottima proposta, peccato che questo “telefono rosso” esista già da parecchi anni e il ministro non lo sappia. Il “telefono rosso” si chiama in realtàTelefono Rosaed è un servizio gestito dall’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosafondata alla fine degli anni ’80 e presieduta da Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. L’associazione da oltre 30 anni aiuta le donne vittime di violenza e stalking fornendo tutto il supporto necessario, dal punto di vista psicologico fino a quello legale. L’associazione da molti anni gestisce il1522,il numero gratuito di servizio pubblico contro la violenza sulle donne e lo stalking promosso dal Dipartimento per le pari opportunità dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Queste informazioni si trovano cercando sul sito delDipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio del Ministri. Il ministro Matteo Salvini, però, pare essere all’oscuro di tutto.
