STRAGE SRI LANKA. 321VITTIME IN ATTESA DI RISPOSTE
Per il ministro della Difesa Ruwan Wijewardene il massacro nelle chiese e negli hotel il giorno di Pasqua sarebbe rappresaglia per gli attacchi xenofobi contro le moschee in Nuova Zelanda. Ad agire due gruppi locali, il National Thowheed Jama’ath e il Jammiyathul Millathu Ibrahim, probabilmente sostenuti da una rete esterna. Missione ispirata dall’Isis che martedì ha rivendicato l’azione fornendo i nomi di battaglia di sette attentatori, dettaglio che può rappresentare un’indicazione più probante su un suo coinvolgimento. C’è comunque ancora molto da scoprire. Ci si chiede se sia possibile che una gang di estremisti islamici, nota per distruggere statue buddiste, sia passata, senza una tappa intermedia, ad uno tra gli attentati più gravi di quest’epoca, con 321 vittime. Anche se è possibile che alcuni dei militanti abbiano avute esperienze su qualche fronte di Jihad, come ha sottolineato il premier. In Sri Lanka resta poi alto il rischiosi nuovi attentati, la polizia è infatti alla ricerca di un furgone bomba. Sviluppi importanti mentre continuano a trapelare informazioni sugli allarmi ignorati, compreso uno a poche ore dalle esplosioni. Tesi che strage in Sri Lanka sia risposta a eccidio moschee N.Zelanda.1. E’ passato troppo poco tempo, possibile che gruppo di vandali riesca a organizzare attacco così massiccio?2. Polizia sequestra in gennaio 100 kg d’esplosivo, dunque ben prima eventi di Auckland.3. Forse gruppo cingalese (composto da due fazioni diverse) si stava preparando da tempo ed ha usato caso Nuova Zelanda per accelerare missione.4. Terroristi hanno lasciato molte tracce, come dimostrano segnalazioni precise e multiple da India/Usa a inizio a aprile.5. Resta tema di legami internazionali. Intelligence americana sospetta ispirazione Isis.6. Direi che servono maggiori elementi su tutto, sospetto che governo cerchi “alibi” è evidente, specie dopo aver sottovalutato allarmi.7. Una costante di chi subisce un attentato e di dare sempre colpa a “nemico esterno” o trovare giustificazioni. Questo vale soprattutto in paesi che sottovalutano minaccia. Mi ricorda stragi in Tunisia e Marocco.
