ZINGARETTI SI SVEGLI: AL PD E ALLA SINISTRA SERVE UNA RIVOLUZIONE
Quella che un tempo chiamavamo lasinistra antagonistasi è riunita in unalistaper leelezioni europeeche comprende quasi tutto ciò che c’è a sinistra delPdtrannePotere al Popolo. La listagauchistenon ha nomi che faranno mobilitare lapubblica opinionecosì come non ce li ha il Pd. Tutte brave persone, per carità, ma il peso divecchie facceè insopportabilmente evidente sia nellalista Pdsia in quella di sinistra. La cosa buffa è che queste elezioni le vincerà la lista ma i voti dovranno racimolarli icandidati, quindi sarebbe stato intelligente mettere persone che hanno unseguito di massao che potenzialmente possano parlare oltre il proprio recinto. È andata così. Per quanto parli del superamento dellevecchie pratichela sinistra nel suo complesso è assai lontana da quelrinnovamentopesante che ha fatto la sinistra rappresentata negliStatesdalpartito democratico. Pazienza. In verità il rammarico maggiore è che non si sia riusciti a formare una lista unica, ovvero una lista di tanti che lasciasse fuori solo quelli che vogliono marcare l’identitàe sono disinteressati allo svolgersi dellabattaglia politicagenerale. Il Pd è stato condizionato daCarlo Calendae da quelrenzismo nostalgicoe ideologico che teme ciò che sta a sinistra più di quanto temaMatteo Salvini. Nessuno di loro teorizza la scelta compiuta con gli argomenti di un tempo, «vogliamo prendere i voti del centro», anche perché l’estremismo è pieno dicentristi, ma tutti sussurrano che vorrebbero prendere i voti diSilvio Berlusconiesattamente come tenta di fareGiorgia Meloniriempiendo le sue liste di tutti i maggiori camerieri del Cavaliere. Uno schieramento nettamente spostato a sinistra avrebbe più possibilità di sfondare elettoralmente. Uno schieramento senza sangue vivacchia. Lo hanno capito i leader diArticolo 1che si sono sottratti a questa gara a sinistra e hanno accettato di accompagnare il Pd senza essere coinvolti. Renzi e i gauchiste devono capire che questa è la prima delle due battaglie campali. Qui si giocherà la gara non solo fraLuigi Di Maioe Salvini, non solo fra Meloni e Berlusconi, ma soprattutto quella per dimostrare che il fronte che si oppone è ben sopra quel 19% a cui ci hanno portatoMatteo RenzieRoberto Giachetti.Se il Pd non va molto oltre quella soglia, la battaglia per lePolitiche successivesarà più difficile e iltrionfo della destrasarà a quel punto inarrestabile. Nicola Zingarettiha tutte le qualità per guidare questo sforzo di superare la soglia raggiunta dal suo predecessore ma deve (ha poco tempo!) fare una vera rivoluzione che dia l’idea di unacontrapposizionetotale e senza tregua a tutte le componenti della destra, compresi igrillini. È il momento dellacompetenzain un quadro programmatico di radicalità da accompagnarsi alla scelta di esibirefacce presentabili. Con tutto il rispetto, conPina Piciernoin tivù si perdono i voti e così come con altri maschietti “impresentabili”. Leggo oggi su un quotidiano che suisocialZingaretti è buon ultimo rispetto agli altri leader. Ma è così difficile ingaggiareveri esperti? Fra i millenial ce ne sono tanti che potrebbero rovesciare il piatto e soprattutto sputtanare la “Bestia” di Salvini. Insomma Zingaretti, troppa timidezza, ragazzo mio. A quelli che ti criticano da sinistra con una lista in cui campeggiano le new entryNicola FratoianniePaolo Ferrerodico solo che il loro slogan è da matti. Essere alternativi alle destre e al Pd è l’ultima follia del qualunquismo di sinistra. Salvini vi sarà grato.
