UNO SCIVOLO PER ANDARE IN PENSIONE 7 ANNI PRIMA
Arrivare al traguardo della pensione con 7 anni di anticipo è quanto previsto in un emendamento al decreto legge Crescita, presentato dalla maggioranza, ieri alla Camera. Una proposta di modifica che introdurrebbe quello che viene definito: “contratto di espansione”. Questo permette alle imprese con oltre mille dipendenti, intenzionate ad attuare una rasformazione tecnologica ed una riorganizzazione, di ricorrere a particolari misure, come la possibilità per i dipendenti che sono a non più di 84 mesi dal traguardo pensionistico, di vedersi riconosciuta l’indennità equivalente al trattamento pensionistico lordo che si è maturato al momento della fine del rapporto lavorativo. La sperimentazione di questa misura per gli anni 2019/20 interesserebbe le aziende che procedessero ad “una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico delle attività”. Le aziende potranno avere la necessità di inserire in organico nuove figure professionali con competenze diverse e parallelamente, riconosceranno l’indennità di prepensionamento per chi raggiungerebbe i requisiti per l’uscita nei 7 anni successivi. Questo meccanismo prevede in ogni caso un accordo sindacale.Una previsione di spesa per l’eventuale sperimentazione, è di 40 milioni per il 2019 e 30 milioni per il 2020. E’ contemplata anche la riduzione dell’orario che va però anche questa concordata. La riduzione potrà arrivare fino al 100% e sarà integrata da Cig e Cigs, però il periodo di copertura non sarà di 24 mesi ma di 18. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato o in alternativa con la formula dell’apprendistato professionale, dovranno essere indicate nel contratto, specificandone il numero. Dall’opposizione si fa sentire l’ex ministro, Maria Elena Boschi (Pd) che esprime malcontento e fa chiare accuse ai relatori di non essere stati sufficientemente chiari sugli emendamenti presentati. “Avevamo chiesto di sospendere la seduta per esaminare i testi, ma avete voluto proseguire i lavori con una illustrazione che non c’è stata, non voglio infierire sui relatori però l’esposizione è parziale per non dire inesistente”. Queste le motivazioni addotte dalla Boschi che specifica come sia già presente un meccanismo che si chiama: “isopensione” che permette alle imprese con oltre 15 dipendenti l’anticipo dell’uscita fino a 7 anni rispetto alle regole della Legge Fornero. L’applicazione della isopensione, prevede l’accordo sindacale e il versamento dell’importo pari alla pensione, al lavoratore che volesse approfittarne. Ma c’è tuttavia una novità rispetto all’isopensione introdotta dalla legge Fornero e poi modificata nel 2017 con l’estensione da 4 a 7 anni. Gli oneri a carico delle imprese saranno ridotti e le imprese pagherebbero solo l’indennità sostitutiva della pensione maturata, mentre non dovranno più sostenere i costi relativi ai contributi previdenziali.
