FINO A CHE NON SI DIVENTA POTERE
Ci sono due aspetti favolosamente comici nelDecreto Sicurezza Bisapprovato ieri dal Consiglio dei ministri. Il primo è la sua «straordinaria urgenza» (testuale) argomentata con il fatto chetra un mese a Napoli ci sono le Universiadi(!). Il secondo èl’incredibile voltafaccia dei grillini sul tema sicurezzarispetto a tutto quello che avevano detto, proposto e perorato fino a un anno fa. Sulla prima questione è quasi inutile infierire: anche a un idiota è chiaro chele Universiadi non hanno nulla a che fare né con l’inasprimento repressivo del codice Rocco (di era fascista)in tema di cortei politici e di resistenza a pubblico ufficiale; né tanto meno le Universiadi hanno a che fare con lemulte da 50 mila euro per chi comanda una nave carica di migranti ed entra in un porto italianosenza il permesso del Viminale (cioè mai). No davvero,se volete fare leggi stile Putin-Orbán-Erdoğan almeno non pigliateci per i fondelli con le Universiadi, per favore. Ma è il secondo aspetto –il voltafaccia pentastellato– quello che rende ancor meglio la cifra dell’impudicizia politica, dello smarrimento di ogni coerenza, del vendere i propri principi per la permanenza del proprio sedere su una poltrona. Il che non è certo una prerogativa grillina, certo, ma fa ancora più impressione quando viene da quelli che fino a poco tempo fa rivendicavano il valore assoluto della coerenza accusando – non a torto – tutti gli altri di essersene dimenticati. Quelli del Movimento che ieri hanno approvato il decreto più repressivo che l’Italia repubblicana abbia mai avuto – molto oltre la legge Reale e il decreto Cossiga – sono gli stessi che nel marzo del 2017 (due anni fa, non duecento)proponevanoin Commissione Affari Costituzionali di mettere il numero identificativo sui caschi della polizia, con un apposito emendamento firmato tra gli altri dai deputati Roberta Lombardi e Danilo Toninelli? Gli stessi cheripetevanola stessa propostaanchea livello locale? Gli stessi cheavevano esordito nel 2013in Parlamento sempre con la medesima idea di trasparenza antirepressiva? Gli stessi la cui base siera espressa a grande maggioranzaa favore del codice identificativo sul Blog delle Stelle? E ancora, ecco cosascrivevaBeppe Grillo nel 2011, nel decennale dalla “macelleria messicana” alla Diaz: «Avverto una crescente separazione tra la Polizia e i cittadini. (…) Faccio due proposte: la prima èl’introduzione di un identificativo per ogni poliziotto, come avviene in molti altri Paesi come gli Stati Uniti; la seconda èuna serie di incontri aperti ai cittadini con la Polizianelle varie città nei quali ogni problema relativo alla sicurezza sia discusso e affrontato.La Polizia è dei cittadini, non del Potere, ed è con i cittadini che deve confrontarsi». Tutto molto giusto. Ma evidentemente la polizia è dei cittadini e non del Poterefino a che non si diventa Potere.
