PER LA NAZIONALE DI CALCIO “STA PASSANDO LA NOTTATA”
L’Italia del calcio sembra aver capito, chapeau a Mancini, come cambiare veramente mentalità lasciando un logoro, infruttuoso, vecchio modo di pensare: “primo non prenderle” in “primo attaccare”. Un modo di giocare, scuserete l’orgoglio di parte, che viene da quanto hanno portato tecnici come Sarri, Giampaolo, De Zerbi, tra quelli più in vista, che fanno giocare le loro squadre in modo divertente, spettacolare. Che forse “la nottata” di edoardiana memoria stia passando lo dice la partita di ieri sera quando i nostri ragazzi non si sono per niente scomposti al vantaggio della Bosnia continuando a giocare secondo le indicazioni del coach cercando non solo il pareggio, dopo un gol diciamo pure casuale della Bosnia, ma la vittoria che è arrivata puntuale. Certamente ci sarà chi parlerà del valore della squadra avversaria per sminuire , come da nostro costume nazionale, dimenticando come siamo stati esclusi dai mondiali giocando 180 minuti con una modesta Svezia senza vedere la porta avversaria e quindi senza fare uno straccio di gol. Oggi qualcosa si muove e c’è da crederci, guardando anche come giocano le nostre nazionali giovanili, quella femminile, pare proprio che ci troviamo di fronte a quel cambiamento che pareva difficile, se non impossibile, avere il coraggio di mettere in atto. A Mancini poi bisogna riconoscere scelte indovinate che hanno dato alla squadra un volto, una personalità, un equilibro giusto, come la mossa di affiancare Verratti, che sembrava ormai perso, a Jorginho che con il suo gioco, la sua personalità, lo ha rigenerato. Ai due Mancini ha poi unito Barella, con Chiesa uno dei più interessanti talenti del nostro calcio e i tre, specie nella ripresa hanno dominato, bissando la prova contro la Grecia. L’inserimento di Emerson sulla fascia sinistra è un’altra piacevole conferma. La difesa, 1 solo gol preso in quattro partite, sembra funzionare, grazie anche alla protezione ed ai movimenti del centrocampo. Anche stasera poi si è visto un Insigne al meglio, Mancini, a differenza di Ancelotti nel Napoli, lo sta utilizzando nella sua posizione naturale e due gol in due partite più un assist lo attestano in pieno. Ma è tutta la squadra che gioca in modo corale seguendo un copione ben preciso, compatta, in pressing in tutte le zone del campo, una squadra che non si arrende mai giocando fino all’ultimo. Inoltre, e non è poco, senza nulla togliere a Donnarumma, Sirigu è un portiere che sa veramente il fatto suo: grande posizione, autorevolezza nel comandare la difesa, buone doti acrobatiche e piedi molto buoni. Certo ci sono ancora margini per migliorare, delle imperfezioni da sistemare e Mancini lo sa, lo ha anche detto ma i presupposti per sperare in una buona squadra ci sono tutti. Un ultimo appunto, le convocazioni di Mancini tengono conto del rendimento dei giocatori non delle squadre nelle quali giocano, altra importante novità, e fino ad oggi questo “coraggioso” dettaglio sta pagando.
