FICO ESTALY WORLD
FICO EATALY WORLDEra grasso.Molto.Viveva a Lisbona, che è una città turistica.Molto.Insieme agli amici avevano deciso di visitare l’Italia.Venezia, Firenze, Roma, Napoli e la Costiera Amalfitana.Questo era l’itinerario.In pullman.Un viaggio bellissimo fino a che il pullman non si guastò.Il classico imprevisto.Ma cos’è una vacanza senza l’imprevisto?È il suo bello.Altrimenti uno sta a casa, va a letto alle nove e la mattina si sveglia alle cinque per andare a lavorare.O per correre.Ma questo non era certo il caso di João Peidar, pigro settantenne dotato di una forza sovrumana e, per contrappasso, di scarsa intelligenza.La comitiva portoghese fu alloggiata in un hotel in Viale Tito Carnacini, un posto dove una volta non c’era niente, ma ora c’è il centro commerciale Meraville.Che è già qualcosa, anzi, è molto.“Questa notte alloggeremo qui e domattina ripartiremo per Firenze che è una città fantastica” disse il responsabile di quel viaggio organizzato “Qui a Bologna, per gente come noi che viene da Lisbona, non c’è niente da vedere, quindi se volete fare qualcosa, nel pomeriggio verrete portati a vedere i ceppi commemorativi dei morti durante le tirate al Pilastro (che è un quartiere disagiato) e la lapide dei carabinieri uccisi dalla banda della Uno Bianca che voi di Lisbona non sapete nemmeno chi siano e questo è un male. Sappiate solo che per mano di questi bastardi morirono 24 persone e ci furono 102 feriti, ma tutta la storia ve la spiegheremo per filo e per segno quando saremo in Via Casini. Questo è il tour cultura e per chi ha voglia di camminare, per chi vuole mangiare e basta, potrete salire sul pullman e andare a FICO ESTALY WORLD, paradiso del mangiare o del taffio, come dicono qui”.João Peidar optò per la seconda opzione.Insieme ad altri trenta furono portati a FICO e gli piacque molto.Era bello vagare per quello strano centro commerciale del cibo, era bello vedere le forme di Parmigiano Reggiano, gli stand della mortadella, il baracchino degli arrosticini, il minigolf, la libreria Coop, il campo da Beach Volley, le birre artigianali, l’oliera Alessi e le bestie di plastica in formato 1:1.Peccato per le bestie vere imprigionate nei recinti, ma in ogni modo sembrava che stessero abbastanza bene, soprattutto il somaro che per sua natura, dove lo metti sta.Come le galline.E pure i conigli.Discorso diverso per i maiali che se mi guardi bene in faccia capisci che sono proprio intelligenti, caratteristica poco diffusa nella famiglia di João Peidar, ma non si può certo avere tutto.FICO EATALY WORLD era un brulicare di eventi.Eventi ovunque, non si sapeva quali scegliere, ma João Peidar non ebbe dubbi e optò per SAN FIRMINO A FICO – UNA SETTIMANA COI TORI.João Peidar non era mia stato alle festa di San Firmino, quella vera, quella a Pamplona dove liberano i tori per strada e la gente scappa per non farsi incornate.Questa roba avviene alle otto di mattina, ma a FICO decisero di far correre i tori per le corsie degli stand con arrivo all’inceneritore di Via del Frullo, quindi non 800 metri come l’originale Encierro (così si chiama la corsa dei tori che termina nella Plaza de Toros di Pamplona), ma qualche chilometro.Alle 18.30 liberarono dei vitelli, che sono meno pericolosi e più adatti anche ai bambini.La gente cominciò a correre.I vitelli erano spaventati.Muggivano.Correvano.Sguillavano.Scivolavano sui pavimenti lucidi e si facevano male, mentre la gente scattava foto o li aiutava a rialzarsi.João Peidar era gasatissimo.Per l’occasione si era messo una maglietta rossa con la faccia di Fernando Pessoa e correva correva.Un addetto alla security di FICO vide quell’uomo correre inseguito dai vitelli e gli gridò “Hei lei! Venga subito qui! Ma non ha letto che è vietato indossare la maglietta rossa… che i vitelli si innervosiscono”.João Peidar non lo ascoltò.Fece malissimo.Un vitello sguillò sul pavimento lucido e lo incornò in scivolata.João Peidar morì così.A due passi da Quarto Inferiore. ————————-MORIRE A BOLOGNA #iraccontidelle5t #torri #tortellini #tette #turismo #tragedie
