RACCONTI DI VIAGGIO. IN MOTOCICLETTA A 100/110, COME SI CONVIENE A UN VERO BIKER

RACCONTI DI VIAGGIO. IN MOTOCICLETTA A 100/110, COME SI CONVIENE A UN VERO BIKER

Ciaoooo…, dove vai? Noi andiamo a Samarkanda e tu? Io vado in Laos, non so se passare dalla Mongolia, credo di no. Forse passerò dalla Cina.O mannaggia, mai che incontri uno normale, uno che non vada qualche migliaio di chilometri più in là di me. Scorno e disdetta. L’anno scorso fu con Jurgen: Ciao io vengo dall’Iran e tu dove vai? Io? Io vado in Nepal e torno fra sei mesi (che poi l’altro giorno, dopo 12 mesi!, stava ancora in giro). Stavolta almeno il motociclista era italiano, bello tranquillo da solo sulla sua Tenerè e con tanto di gomme di ricambio sul sellino posteriore, mica come me . Andatura 100/110, come si conviene ai biker veri, direzione Batumi, poco oltre la frontiera della Georgia. E sul mar nero, poco prima di Rise, con grandi nuvole di pioggia…. Ragazzi, io in Georgia ci sarò domani mattina e poi sarà Russia e Kazachistan. Per ora è stata Turchia e pioggia turca, che poi è eguale a quella greca già incontrata a Alexandropoli. Quando? Boh, un secolo fa (sempre stupendo l’effetto densità che produce un viaggio). Intanto sto prendendo una pausa di riposo all’Hotel Erdem di Rize, che si pronuncia morbido, rise, ma cambia nome se voi vi mettete a anagrammare quello dell’hotel, e da Rize diventa Sghignaz.Dopo tanti giorni di silenzio per mancanza di wi-fi e altro per ora vi mando queste not per farvi sapere che sono vivo. Altre si aggiungeranno. Gule gule