VIAGGIO IN GEORGIA. DOMANI TBLISI E POI VERSO LA VECCHIA STRADA MILITARE RUSSA
Quando in un luogo nuovo vedo uno stile, un riferimento estetico, un certo ricorrente abbinamento di colori, un suono della lingua, un modo di atteggiarsi che accompagna il gesto, mi viene in mente la mia professoressa di liceo, Teresa Rufini, che vedo seguirmi su queste pagine e che saluto con affetto. Mi viene in mente perché un giorno, mentre mi impantanavo nel panico delle lettere di greco, impigliandomi negli spigoli di alfa beta gamma, lei prese un libro e, leggendo in classe, di quelle righe ermetiche espresse il suono, la cadenza, il pathos, l’armonia, così che anche senza ancora saperne il significato a me giunse la loro bellezza. Fu un insegnamento fondamentale che mi ha sempre accompagnato poi nei miei giri del mondo, oltre che nel giudizio di altri insegnanti ahimé. Così che anche ora che sosto a Kutaisi venendo da Batumi in ogni cosa cerco di trovare lo sforzo, l’intenzione, l’armonia che qualcuno qui ha espresso a modo suo. Nota tecnica a margine: 2926 km sono andati e con loro, vista la guarnizione che si era rotta, anche 250 cc di olio, cioè pochissimo se ci si mette anche il caldo. Per il resto tutto ok, anche se – mannaggia – mi sono perso da qualche parte, credo in Grecia, la plastica destra dopo avere indurito l’ammortizzatore. Probabilmente l’avevo riagganciata male. Quando torno ne devo cercare una e speriamo di trovarla. Le gomme montate, le Haidenau scout 60, vanno bene ma sull’asfalto fanno chiasso, cioè urlano abbastanza. Perfetto e utilissimo il sostegno per i guanti inventato da me con una molla e un manico di pennello (poi farò foto). Perfetti i guanti del ferramenta Delle Fratte, ciao Giuseppe e Daniele. Domani 200 km per toccare Tblisi e poi si svolta per la vecchia Strada militare russa, diretti in Russia, appunto. E credo proprio che poi passeremo in piena Cecenia. E vabbè, se tocca tocca. A dopo e saluti agli amici del Motoclub Zagarolo, er mejo club del Lazio
