TUTTO QUESTO DISQUISIRE SU TOTTI

TUTTO QUESTO DISQUISIRE SU TOTTI

Leggo tutto un disquisire su Totti strumento di un complotto finanziario contro Pallotta. D’acchitto, nella mia semplicità e nello stesso slang del Capitano (Salvini, sei arrivato secondo) mi viene questo pensiero: e ‘sti cazzi?!Magari i dietrologi hanno ragione, ma intanto davanti vedo questo: il più grande calciatore della storia della Roma, uno dei più grandi del calcio italiano di tutti i tempi; un ragazzo che, contro ogni regola di chi ha successo in questo sport, ha scelto di restare nella sua casa e nella sua squadra, anche se un po’ per amore e un po’ per pigrizia (lo ha detto lui); un giocatore che quando entra dalla panchina nel Santiago Bernabeu di Madrid fa alzare in piedi ad applaudirlo più di 100 mila persone; uno che ha vinto molto meno di quanto avrebbe potuto, ma dicendo che “uno scudetto con la Roma vale più di dieci con la Juventus”; un riferimento popolare, in una cosa straordinariamente popolare quanto il calcio.Di fronte c’è un presidente americano che non ci ha fatto vincere neppure il Torneo di Viareggio (almeno credo, seguo poco le giovanili); che ha venduto giocatori con i quali avremmo conquistato lo scudetto alla fine del girone di andata; che vuole lo stadio di sua proprietà da affittare poi alla Roma. Un presidente che ci considera una colonia. D’altronde, gli americani sono storicamente fissati con la conquista delle terre dei nativi. Speriamo di non fare la fine, calcisticamente parlando, dei pellerossa.