L’ESPERIENZA IN POLITICA? QUALCOSA DI CUI DIFFIDARE QUANDO DIFENDE IL TALENTO DELLA POLTRONA
Diffido pesantemente di chi difende “l’esperienza” in politica. Quel culto peloso dell“esperienza” che, anche nel recente passato, ci ha “donato” una classe politica vergognosa – fattasi casta – per decenni attaccata al potere coi risultati che abbiamo sotto gli occhi: un paese economicamente e socialmente disastrato. E questo non certo perché l’esperienza – in se’ – non sia un valore: ci mancherebbe! Diffido quando chi rivendica l’esperienza non lo fa per mettere a disposizione le capacità che ha acquisito. Se fossero le capacità, il talento politico, a spingere questa generosità, sarebbe sufficiente ricordare che politica si fa anche e soprattutto senza una poltrona attaccata dove la schiena finisce; politica si fa tra la gente, si fa nella strada, fra il popolo, costruendo la convivenza civile. La politica non è né solo, ne’ soprattutto tanto, poltrona carica scranno. Quindi se un politico serio non viene ricandidato il suo movimento o partito non perde nessuna esperienza o talento politico. Chi rivendica l’esperienza per ricandidarsi, (quelli che “bisogna candidare gli esperti!”, col sottinteso “l’esperto sono io”) non difende il talento politico, ma il talento della poltrona, talento tipico di ogni casta.
