VIOLENZE CONTRO GLI OPERAI A PRATO, NON È GUERRA FRA POVERI
Alcuni dipendenti di origine pachistana di un’azienda nella zona sud di Prato sono stati aggrediti nel corso di una protesta organizzata anche con il sostegno dei Si Cobas.Alcuni lavoratori di questa azienda di proprietà di cittadini di origine cinese che produce accessori per abbigliamento sono stati picchiati e una decina di loro hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso.Ma il colore della pelle non conta perché si è trattato di una delle nuove manifestazioni per chiedere che i diritti fondamentali dei lavoratori vengano rispettati.Gli operai protestavano infatti per i diritti negati da troppo tempo. Secondo quanto reso noto in quell’azienda si lavorerebbe per 12 ore al giorno, senza riposo ed in molti casi, a nero. Nelle settimane passate la presa di coscienza, il desiderio condiviso di far emergere i diritti negati, aveva già portato ad un primo presidio.Secondo quanto si apprende il titolare aveva garantito un accordo per la regolarizzazione, ma non si era presentato al tavolo per la firma.Niente era cambiato ed era prevalsa la decisione di ricominciare la protesta. Nel corso dell’ultimo presidio di quei lavoratori il clima si sarebbe fatto teso ed i manifestanti sarebbero stati aggrediti da un gruppo di persone, probabilmente vicine ai proprietari dell’azienda, con pugni e calci che hanno provocato il ferimento di una decina di lavoratoriL’episodio, secondo quanto denuncia una nota della Filctem Cgil di Prato, parla di “fatto gravissimo” avvenuto “di fronte alla Gruccia Creation, azienda che produce grucce di plastica. Nel corso della protesta – ricostruisce sempre una nota della Filctem Cgil – sono stati aggrediti da un gruppo di cinesi. Sei feriti sono stati soccorsi in codice verde e portati all’ospedale di Prato. Altri due, uno in codice verde, l’altro in codice giallo per un taglio alla testa, sono andati all’ospedale di Careggi. “È cominciato a scorrere il sangue. Dopo anni di denunce, di descrizione del sistema di produzione illegale e dello sfruttamento sul quale si basa, di indicazioni su come deve essere contrastato, ci ritroviamo alle aggressioni dei lavoratori durante le manifestazioni per rivendicare i propri diritti”. Questo è stato il commento di Massimiliano Brezzo, segretario generale della Filctem Cgil Prato, che “esprime tutta la propria solidarietà ai lavoratori della Gruccia Creations, aggrediti mentre rivendicavano orari e salari regolari. A quanto si legge – ha proseguito Brezzo -, a fine maggio, questi lavoratori erano stati protagonisti di una pubblica denuncia, in Piazza del Comune, delle loro condizioni di sfruttamento che, per inciso, è un reato penale. Ci chiediamo come mai, in 20 giorni, non siano state verificate le condizioni denunciate intervenendo di conseguenza. Ancora una volta, in questo territorio, il lavoratore, anche il più debole e ricattabile, non può contare sugli organi di controllo ma deve trovare da solo la strada per farsi riconoscere i propri diritti. Speriamo che tutti operino perché questo episodio sia l’ultimo, e non il primo di una pericolosissima escalation”, conclude il segretario della Filctem Prato.Ben più duro il comunicato dei Si Cobas, il sindacato autonomo che aveva sostenutola protesta: “ Aggressione inaudita ai lavoratori in sciopero alla Gruccia Creations in via dello Sprone n. 5 a Prato. Una “squadretta” messa su dal titolare dell’azienda ha aggredito a freddo un gruppo di operai che protestavano davanti all’azienda. Tutti feriti i lavoratori in sciopero, tra cui molti trasportati di urgenza in ambulanza per ferite alla testa. Non c’è nessuna guerra tra pachistani e cinesi, come piace raccontare alla stampa. Ma semmai uno scontro tra operai da una parte e sfruttatori dall’altra.Con lo sciopero gli operai (9 su 10 che lavorano a nero) rivendicavano un contratto regolare e la fine di turni di 12 ore al giorno senza riposo settimanale. Lo sciopero era ripartito dopo che l’azienda aveva disertato il tavolo di incontro che avrebbe dovuto vedere la sottoscrizione di un accordo per la regolarizzazione”.E poi prosegue il comunicato: “Anche questo accade a Prato. Quello che è successo oggi è solo la punta di un iceberg. Un iceberg di sfruttamento che gli scioperi organizzati dal nostro sindacato sta facendo emergere.”Accuse anche nei confronti delle istituzioni: “La Questura ci ha definito “Socialmente pericolosi” per aver riportato i diritti minimi alla Tintoria DL prima e alla Fada poi, sostenendo che la nostra attività provocherebbe “allarme per la tranquillità pubblica”.Accuse gravissime che non mancheranno di provocare reazioni.Intanto la titolare dell’azienda ha cercato di minimizzare i fatti rigirando poi le responsabilità verso i lavoratori ed accusandoli di aver provocato loro i disordini.
