SULLE TASSE SALVINI NON FA SUL SERIO
Sulla tasse Salvini ha ragione: i piccoli e medi imprenditori ne pagano troppe. Sarebbe un altro discorso se l’Italia fosse ancora una nazione con una sovranità monetaria e la possibilità di imporre una politica economica protezionistica; ma in un sistema europeo e globale che consente alle imprese di spostare le loro sedi fiscali dove gli pare e che impedisce agli Stati di impedirglielo, tassare in maniera eccessiva (per esempio) gli autotrasportatori, significa solo indurli o addirittura costringerli a spostarsi all’estero. Vi siete mai chiesti perché sulle strade e autostrade italiane circolino quasi solo camion con targa rumena o bulgara? O anche tedesca: una ditta che si sposti in Baviera, appena al di là del confine, paga il 35% di tasse invece che il 60% o più, e anche il bollo costa meno. Risultato, miliardi in meno per l’Italia, miliardi in più per la Germania, e questo fa spread, altro che le cazzate terroristiche contro il reddito di cittadinanza spacciate dalla stampa liberista.Per cui, o l’euro e la globalizzazione scompaiono e chi delocalizza o esporta capitali viene punito duramente, oppure una pressione fiscale più alta che negli altri paesi europei è inutile e controproducente. Sembra così ovvio. E allora perché i politici italiani non intervengono? Perché l’Italia è ancora un paese economicamente troppo frammentato e ai colossi multinazionali (a cominciare da Amazon, Airbnb, Apple, Uber) fa comodo che la piccola e media impresa venga penalizzata, ostacolata; tanto loro, le corporation più ricche degli Stati, le tasse non le pagano comunque e in regime di deregulation e di sfiducia nelle istituzioni, vincono sempre.Temo però che Salvini non faccia sul serio; ha paura di perdere l’appoggio, che l’ha portato così in alto, dei giornali e network televisivi, controllati dalle suddette multinazionali (grazie all’assenza di una legge antitrust e di un tetto della pubblicità). Quanto al Pd e alle sue stampelle radicali e liberal, sono i principali promotori dell’iperliberismo senza frontiere. Resta il M5S: spero che riconosca come sua questa battaglia, cercando di creare un’alleanza fra i lavoratori impoveriti e precarizzati e i piccoli e medi imprenditori minacciati dallo strapotere delle multinazionali: l’unica alleanza in grado di assicurargli una maggioranza (sia pure in condominio e concorrenza con la Lega) e l’unica strategia per provare a salvare il pianeta dalla catastrofe sociale, morale e ambientale e dalla dittatura dei miliardari e delle loro lobby.
