GESUITI NEL MONDO.

GESUITI NEL MONDO.

Un po’ di tempo fa covavo un po’ di preoccupazione: mai successo nella storia d’ Italia che, tutto nello stesso periodo, ci si ritrovasse senza un governo, senza un Papa e entro poco tempo senza nemmeno un presidente della Repubblica. Un clamoroso vuoto di potere (sia politico che morale-religioso)  in un periodo di forte instabilità e recessione. Però, tutto sommato, il tempo ci sta dando risposte e certezze.  Finalmente: l’ occasione di innovare, di nominare un papa che si dimostri vicino alla gente, che sappia dare alla chiesa una nuova immagine, di modernità e di attualità per evitare che diventi un pesante residuo del Medio Evo. Il nuovo Papa proviene dalla compagnia di gesù. Che di per se non vuole dire niente, salvo il fatto che i membri di tale confraternita sono i famosi Gesuiti. Gesuiti che, ramificati in tutto il mondo, hanno sempre giocato all’ attacco  essendo i maggiori addetti alla divulgazione della religione nelle missioni estere. Missioni che, se in tempi recenti hanno acquisito una natura umanitaria, dal diciassettesimo al diciannovesimo secolo hanno fattivamente partecipato alle politiche coloniali delle grandi potenze con campagne di conversione non sempre spontanea e volontaria, come la storia documenta in Africa, centro e sud America. Una confraternita che ha sempre fatto divulgazione: missioni in paesi stranieri e istruzione presso le scuole, visto che uno dei precetti del movimento era, oltre alle opere di carità, anche l’ attività educativa, precetto che fece sì che la maggior parte dei docenti provenienti dal clero provenisse dalle loro fila. Attività lodevole di educazione, ma se mal gestita , anche di conservazione culturale, di negazione della pluralità e del confronto ideologico. Ordine di quelli sempre attivi e partecipi, sia alle attività missionarie, sia a quelle educative, ma anche alle attività censorie del Vaticano: sempre attivi, presenti, precisi ed incorruttibili, dalla Santa Inquisizione in poi non hanno mai fatto mancare il loro fattivo apporto di severità e intransigenza. Con tutti gli ordini religiosi che potevano offrire un nuovo pontefice, uno di quelli più rigidi, duri e intolleranti. Poi, è vero, c’ è ministro di fede e ministro di fede.Il centro e il sud America, in questo trentennio, sono stati il luogo in cui più di altri posti si è realizzata una interazione tra il clero, il popolo e il potere: con ministri di fede come Oscar Romero in Nicaragua. In un momento in cui l’ amministrazione Americana era molto interessata al petrolio (erano gli anni della salita al potere dell’ ayatollah Khomeini che li aveva privati del petrolio iraniano) gli Stati Uniti d’ America decisero di estendere la loro influenza sui giacimenti petroliferi centro americani, cubani e venezuelani. In Venezuela l’ egemonia americana reggeva, anche se da li a qualche anno sarebbe sceso in politica Hugo Chavez,  il fautore della nazionalizzazione delle estrazioni petrolifere. Per tentare di strozzare Cuba, repubblica comunista indipendente troppo amica dell’ Unione Sovietica per essere facilmente annessa, la si circonda di repubbliche nemiche: Panama viene invasa dai marines e nel Salvador viene insediata una dittatura golpista filoamericana retta da Anastasio Somoza. Sottomissione agli stranieri e lotta senza pietà contro le opposizioni, nello spregio totale del rispetto dei diritti umani. Unico oppositore, il cardinale Oscar Romero: malgrado il ripetuto scambio epistolare con il papa Giovanni Paolo I che lo voleva invitare ad un rapporto più connivente con il potere politico, lui rifiuta restando,oltre che ministro di fede, anche la bandiera del popolo vessato, fino al 24 marzo 1980, giorno in cui fu assassinato dai sicari inviati dal regime golpista. Passano i papi ma non passano le abitudini: nel 2006 Benedetto XVI impose le dimissioni al cardinale paraguaiano Ferdinando Lugo, chiamato nel suo paese “il vescovo dei poveri”. Tra membri del clero macchiatisi di pedofilia e reati di ordine finanziario vengono imposte le dimissioni ad un’ autorità del clero che, amato e acclamato dal popolo e divenuto aperto simpatizzante del Partido Colorado, il partito repubblicano e progressista del paese fu tanto da essere eletto nel 2008, presidente della repubblica, ovviamente dopo le sue dimissioni dalle cariche religiose. Quelle tra sì che sono Commistioni tra Chiesa e politica scomode, censurabili. Non quella del cardinale Pio Laghi, nunzio apostolico in Argentina che, per tutta la durata del suo mandato (1974-1980) ebbe modo di non far mancare la sua collaborazione al potere golpista argentino rappresentato dal generale Rafael Videla. Collaborazione che, sia internamente al paese, che a livello internazionale fece di tutto per insabbiare la consuetudine argentina di far sparire gli oppositori politici al regime, in grande quantità (si parla di oltre 30’000 “desaparecidos”). Collaborazione che valse al generale Videla un processo per crimini contro il popolo argentino e una condanna a due ergastoli più 50 anni di prigione e al cardinale Laghi prima l’ espulsione dal paese nel 1980 come persona non gradita e poi il 4 maggio 1997 una causa intentata dall’ associazione dei famigliari delle vittime del regime, l’ “Associazione Madri di Plaza de Mayo” nella quale venne dimostrata la sua connivenza con il regime, sia tacitando e smentendo ad ogni livello ogni voce contraria al regime, sia segnalando i membri del clero “scomodi”, quelli vicino al popolo e all’ opposizione, tutti prontamente scomparsi e trucidati dal regime; e informando anche in merito alle attività di opposizione dei laici, facendo della maggior parte del clero argentino di base una sorta di agenzia di controspionaggio in favore del regime. Ovviamente, essendo un membro e un cittadino dello Stato del Vaticano (privo di reciprocità e convenzioni processuali) non finirà sotto processo.Una vita che gli valse un’ espulsione dal paese, una documentata denuncia per complicità in crimini con l’ umanità ma che non evitò che Benedetto XVI avviasse per lui la procedura di beatificazione. In Argentina stava iniziando a fare carriera nel clero un giovane emergente, Jorge Bergoglio, un giovane destinato ad attraversare la stagione delle grandi dittature: il citato Rafael Videla che venne spodestato da un golpe che insediò il generale Roberto Eduardo Viola che venne spodestato a sua volta da un nuovo golpe che insediò Leopoldo Galtieri, fino a quando l’ opposizione popolare pretese libere elezioni che nominarono Raoul Alfonsin presidente della repubblica e primo presidente dopo tanto tempo eletto in regime di democrazia. Una presenza sempre bassa e defilata, tipica dei gesuiti (sempre presenti ma discreti), forse anche per l’ avere visto il suo grande predecessore Pio Laghi espulso dal paese a seguito di connivenze troppo evidenti e manifestate senza discrezione. Una carriera basata sull’ understatement, sul basso profilo e sulla discrezione. Salvo dichiarare nel 2007 ‎”Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l’uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, ma niente più di questo” rivolgendosi alla neo presidentessa argentina Cristina Fernández de Kirchner, colpevole a suo dire di posizioni troppo aggressive nei confronti delle molte collusioni tra clero e dittatura golpista nel passato recente del paese, molto stigmatizzate dalla Signora Kirchner e meno dal precedente presidente argentino, suo marito Nestor Kirchner. E’ stato dunque  eletto papa l’ argentino  Jorge Mario Bergoglio che  assumerà il nome di Francesco .E’ lecito e doveroso augurare un mandato lungo e proficuo, anche a fronte dei grossi impegni che la Chiesa dovrà affrontare: recuperare una immagine molto offuscata .Recuperare appeal e gradimento da parte dei fedeli. E recuperare una dimensione più moderna e meno medievale, cercando di smettere di opporsi a oltranza e con intransigenza a grandi tematiche che altri paesi moderni, rigettando le sue ingerenze, hanno normato legalmente (sperimentazione sulle cellule staminali, eutanasia, aborto, utilizzo degli anticoncezionali e recepimento almeno a livello giuridico delle coppie di fatto): ostracismo che sta imponendo all’ Italia una legislazione in merito dal tono medioevale. In bocca al lupo: sarà (non ne dubito) il miglior pontefice dell’ era moderna, colui che segnerà un epoca.Ma mi sarei sentito più sereno con una persona più semplice, con un amico del popolo e un vero pastore di anime quale fu Papa Luciani, un pontefice più candido e di posizioni meno intransigenti e ostiche.