QUANDO IL RISPETTO CI FA SPERARE DI VIVERE IN UN PAESE CIVILE.

QUANDO IL RISPETTO CI FA SPERARE DI VIVERE IN UN PAESE CIVILE.

La scintilla era scoccata dopo la pubblicazione di un articolo del nostro vicedirettore Marco Cucchi, che argomentava sul movimento 5 stelle.  Pronta la risposta di un grillino. Ma la civiltà  dei due contendenti  ha fatto si che l’incendio dialettico venisse subito domato e prevalesse il dialogo, il buon senso, l’intelligenza, l’educazione. Come dovrebbe essere   in un Paese civile. Riportiamo la conversazione per intero. Una conversazione esemplare. Sperando che anche quando non la si pensa allo stesso modo, a vincere sia il rispetto per l’altro. Sempre. A.C: Posso chiedere a lei cosa propone per il nuovo rinascimento Italiano? Prego. Ormai è passato un mese da quando un movimento tutto nuovo, i 5 stelle,  lontano dalle logiche di partito e di sola manifestazione della volontà popolare (loro dicono) ha ottenuto un brillante successo elettorale. Questo malgrado la poca chiarezza sui programmi di governo e un atteggiamento un po’ squadrista dei membri (del partito? movimento?) che hanno preferito offendere chi elevava dubbi (il sottoscritto è stato bollato di ipocrisia e di collusione col sistema dei partiti) piuttosto che democraticamente spiegare e fornire chiarimenti a chi non aveva capito la loro linea di condotta e i loro programmi. Però il miglior giudice è il tempo, che dimostra la buona volontà e chiarisce tutti i dubbi. Di tutti. L’ efficacia dell’ innovazione del movimento: per la prima volta nella storia delle elezioni , nel maggio scorso riesce a conquistare la giunta comunale di  Parma, un ridente luogo della benestante Emilia, non in un comune con la giunta sciolta per mafia o con gravi dissesti finanziari  come Napoli che non ha nemmeno di che pagare il gasolio per gli autobus. Un comune con criticità di bilancio, ma tutto sommato un comune sano (che veleggiava al 50° posto nella classifica di indebitamento dei comuni italiani). Punto principale del programma elettorale: il non avviare l’ inceneritore appena costruito, cercando di valutare approcci più ecologici e di minor impatto ambientale per lo smaltimento dei rifiuti municipale: detto, fatto, e il 2 marzo l’ inceneritore è regolarmente partito in regime di collaudo e preavvio, con prevista messa a regime dal 2 di aprile di quest’ anno. Bisogna tagliare i costi del comune, e visto che il contratto integrativo territoriale è scaduto per i dipendenti delle attività municipali e non vi è accordo con i sindacati, cosa poter fare di meglio che tagliare unilateralmente le retribuzioni? Tutti ci siamo indignati per i diktat imposti da Sergio Marchionne che impose con il referendum di Mirafiori la rinuncia ad alcuni benefici previsti dal contratto integrativo aziendale sottoscritto dai sindacati e dalla Fiat, ma in quel caso una traccia di flebile trattativa sindacale c’ è stata. E invece in questo caso il taglio delle retribuzioni è stato unilaterale, ovvero il Sindaco (o chi per lui) ha deciso e operato: i dipendenti si sono ritrovati improvvisamente  la retribuzione da gennaio 2013 ridotta dal 5% al 7% essendo priva di tutte le indennità speciali che avevano. Gente che percepiva uno stipendio di circa 1’200 euro netti al mese si è ritrovata lo stipendio ridotto di importi dai cinquanta agli ottanta euro: e non parliamo delle onerose consulenze elargite dalle municipalità ma degli operatori meno retribuiti quali i messi comunali (coloro che rischiano l’ incolumità tutti i giorni dovendo notificare atti giudiziari spesso poco graditi) e gli addetti all’ assistenza domiciliare di anziani, disabili e malati terminali. Per tutto questo, meritandosi anche il 14 marzo un articolo indignato de “Il sole 24 ore”, un giornale tutt’ altro che liberal e comunista e uno sciopero generale dei dipendenti del comune. Le criticità della gestione municipale, dopo un anno, sono restate tutte: con l’ aumento però delle rette degli asili nido e l’ aumento delle aliquote ICI e IMU. Pinocchio diceva le bugie, ma qui siamo andati oltre, ottenendo pochi risultati con aumento degli oneri per la cittadinanza; smentito tutto il programma elettorale di una delle giunte, nei fatti, meno liberali d’ Italia. Siamo il nuovo che avanza, siamo il nuovo della politica, coloro che disprezzano il malcostume della prima repubblica, della seconda e dei partiti, tutti; siamo talmente nuovi da presentare la deputata più giovane della legislatura, per testimoniare la nostra freschezza. Giovane, carina, 25 anni, proveniente da Civitavecchia e pure laureata. O forse no. Quando Renzo “il trota” Bossi andò a comprare la sua laurea in Albania tutti lo dileggiarono deridendo il suo sedicente scarso intelletto. Quando Oscar Giannino millantò una laurea e un master a Chicago inesistenti, tutti a trattarlo come un clown (anche per colpa di un abbigliamento troppo colorato e disinvolto). E ora, visto che la bufala (o millantato credito) è stato commesso dal “nuovo che avanza”, cosa dovremmo fare? Un sorriso bonario e faceto e una stretta di mano di incoraggiamento? Vengono eletti e il capo gruppo al Senato proclama che potrà farsi un accordo di programma con il PD. Torna a casa, viene maltrattato da Mangiafuoco come fosse un povero Pinocchio e il giorno dopo, alla stessa domanda, smentisce categoricamente ogni possibilità di intesa politica. Per fortuna che dovrebbero essere persone elette: manifestazione della volontà popolare e non di un marionette comandate da un soggetto terzo (per altro residente all’ estero). Visto che c’ è competizione tra le camere del Parlamento, se il capogruppo al Senato ne spara una, la capogruppo alla Camera dei Deputati minimo deve tirare una cannonata: e sul suo blog pubblica un amabile pensiero sul fascismo buono, quello che ha aiutato l’ Italia e che ha voluto il bene della famiglia. Evidentemente ha studiato poco la storia, ignorando che il buon fascismo ci ha mandato in guerra e ha caricato tanti nostri compatrioti sui treni per Auschwitz. E anche un po’ la legge, visto che declamare certe cose con certi toni significa incorrere nel reato penale di apologia del fascismo, così come previsto dalla XII° disposizione transitoria attuativa della costituzione e dalla legge nr. 645 del 20/06/1952. Questo  a voler essere precisi. Riunione collettiva in albergo romano, assolutamente a porte chiuse. A quale pro? Fare amicizia tra nuovi colleghi? Forse bastava scambiarsi le amicizie su Facebook. Concordare un piano, un progetto, un programma unitario? Considerato che si erano appena concluse le elezioni, sarebbe stato opportuno arrivare in Parlamento con idee certi e progetti chiari. Una carovana rumorosa, colorata e che già dalle prime dichiarazioni denotano poca conoscenza del loro compito e della loro missioni: non sanno quanti sono i parlamentari e proclamano che non daranno la fiducia a nessun governo che non sia il loro ma voteranno singole leggi purchè previste dal programma elettorale del movimento. Ignorando il fatto che, per fare un governo, occorre prima esprimergli un voto di fiducia in mancanza del quale il governo non potrà legiferare. Tutte cose semplici, cose che venivano insegnate durante le scuole medie nell’ ora di educazione civica, e per poter essere candidati ed eletti tra i vari requisiti c’è anche il possesso della licenza media (se non è stata comprata in Albania pure quella). Arrivo un po’ caotico con (programmata) passeggiata dal Colosseo al Parlamento, un po’ stile gita scolastica un po’ mini-marcia su Roma: ma fortunatamente il maltempo ha evitato che si tenessero episodi e situazioni che potessero venire equivocate. Poca organizzazione: e Mangiafuoco subito a difendere i suoi ragazzi, a detta sua “giovani, inesperti e allontanati da casa per il bene della politica del futuro”. Giovani, inesperti e allontanati da casa eravamo noi “vecchi” quando, ricevuta la cartolina verde, dovevamo partire per il servizio di leva. Obbligatorio. Una valigia col cambio di vestiti, un biglietto per il treno e una caserma ad aspettarci: quattromila lire al giorno per un anno di vita; esultai molto quando mi promossero caporale: quattromilaquattrocento lire al giorno, un pacchetto di sigarette e ben tre caffè allo spaccio della caserma. Premesso che questi giovani politici non sono stati deportati da casa in virtù di una legge dello stato , pena denuncia per diserzione, vale  ricordare che tanta gente ha fatto politica prima di loro, anche gratis, per un   i- d -e -a -l- e,  e nessuno si è mai lamentato delle indennità, dei compensi e delle agevolazioni che permetteva un posto in Parlamento. E poi, se la carriera politica fosse un disagio così grave, nessuno li ha costretti. Come se darsi alla carriera politica fosse come arruolarsi nella Legione Straniera. Giovani “risparmiosi”, giovani che hanno deciso di rinunciare a parte della loro indennità di parlamentari per il bene del partito e dello stato: e anche questo sarebbe splendido se non si verificasse con scrupolo il meccanismo retributivo dei parlamentari, dove la parte minore dello stipendio viene rappresentata dall’ indennità (quelle di cui hanno fatto rinuncia parziale) e quella maggiore dalle diarie, ovvero gli importi erogati a titolo di rimborso per il prestare attività fuori dalla propria residenza (che non verrà toccata). Tramite questo meccanismo, il parlamentare “normale” percepira euro 13’783 netti mensili, il parlamentare del nuovo che avanza che si decurterà le indennità, andrà a percepire “solo” euro 11’283. Lodevole decurtarsi di 2’500 euro mensili la paga, ma occorre precisare che i loro elettori percettori di indennità di disoccupazione percepiranno (per soli 6 mesi dal licenziamento e poi basta) circa 800 euro netti mensili, con cui sfamare una famiglia e pagare un affitto o un mutuo di casa, con solo il 7% del reddito mensile dei parlamentari del movimento. Decurtazione lodevole, ma che non priverà questi neofiti della politica di troppi privilegi e confort. E l’ ultimo proclama è di quelli commoventi. Loro non parteciperanno al dissanguamento delle finanze dello stato rifiutando di percepire il vergognoso finanziamento pubblico dei partiti. Proclama di quelli generosi, anche se un po’ fuori proposito: non essendosi costituiti con atto notarile, in forma di partito registrato con tanto di statuto depositato non ne percepirebbero in alcuna forma, essendo solo una libera associazione con marchio depositato e registrato (il logo col nome del partito) . Anch’ io mi proclamo virtuoso e non “choosy” dicendo sempre che non mi comprerò mai la Rolls Royce, soprattutto perché non avrò mai i soldi per poterlo fare. Il finanziamento pubblico ai partiti, anche se spesso dilapidato male per gli interessi personali dei politici, nasce dalla necessità di garantire un supporto ai costi della politica, al fine di poter garantire il libero esercizio delle idee  e della politica senza cointeressenze o ingerenze esterne creando partiti-azienda troppo legati ad interessi privati e non politici. Che comunque ci sono: con i primi due partiti risultanti dalle elezioni, uno costituito almeno inizialmente e in attesa di fare proselitismo con una leadership composta tutta da dipendenti stipendiati dall’ azienda del padrone (chi non si ricorda il primo vertice di Forza Italia, quasi tutto composto da dirigenti provenienti dal gruppo Mediaset) e il secondo costituito da un milionario (di euro) che, seppur non avendo problemi di denaro per via dei capitali propri e del merchandising legato alla sua attività, ha costituito un movimento-partito integralmente finanziato SOLO dai suoi partecipanti. I tempi si stanno facendo frenetici, veloci: se sono serviti 45 anni alla Democrazia Cristiana per dimostrare di non essere il governo democratico del paese chiudendo la prima repubblica, se sono serviti 20 anni a Forza Italia (e successive denominazioni) per dimostrare di non essere la novità buona e disinteressata che poteva governare, chiudendo di fatto la seconda repubblica con le ultime dimissioni-fuga del loro premier Berlusconi, in molti che conosco e che hanno proclamato di aver votato il movimento del nuovo che avanza quale dispetto ai vecchi partiti, ora quando si parla di politica divagano e cambiano discorso. E’ passato solo un mese e questo nuovo che avanza ha già dato ampie dimostrazioni: dimostrazioni che, se mai dovesse nascere una Terza Repubblica, democratica, onesta e dalla parte del cittadino (non utopia, non  fantascienza, diciamo una repubblica democratica come quelle dei paesi scandinavi o del nord Europa) probabilmente non sarà per  merito loro.